Brasile, attore cieco dirige un film. S’è ispirato a Hollywood ending” di Woody Allen?

Pubblicato il 26 Luglio 2010 - 22:50| Aggiornato il 27 Luglio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Dopo 14 anni da quando ha perso la vista,  Antunes ha iniziato a girare il suo film. Uno degli ultimi film che ha visto prima della cecità è stato “Braveheart”. Non sarà una megaproduzione alla Gibson, ma un film al risparmio, una commedia romantica girata con i fondi ottenuti dalla sponsorizzazione della compagnia petrolifera brasiliana, ma è già qualcosa, per chi pensava che la propria vita fosse finita, a causa della malattia che lo aveva colpito a trent’anni.

La vicenda, seria, perchè riguarda il coraggio di un artista che non si arrende di fronte a nulla, ha il suo precedente più illustre nel Beethoven affetto da sordità totale che compone la Nona Sinfonia. Ma anche un prodotto di fantasia, come è appunto un film, può funzionare da ispirazione: in “Hollywood ending”, Woody Allen interpreta un regista che improvvisamente perde la vista. Continuerà, attraverso divertenti escamotage, le riprese del film, incontrando prima la riprovazione dei famelici produttori di Los Angeles, poi l’ammirazione entusiasta dei critici francesi, che ne riconoscono la spericolata e sperimentale genialità.

José Joao Antunes faceva l’attore nel teatro alternativo di San Paolo ed era un ammiratore di Fellini e Coppola. Adesso che sta dietro la macchina da presa, dirige gli attori assieme a Claudio Luiz de Oliveira, il suo produttore, e Marcelo Cunha, il direttore della fotografia.

”Sono i miei occhi”, dice Antunes. ”José Joao voleva realizzare il suo sogno, ne ha trovato i mezzi, e noi lo aiutiamo”, risponde Cunha. Altra novita’ e’ che il lungometraggio intitolato ”Un cero per Dio e uno per Beto” avra’ una produzione e distribuzione con una attenzione speciale per non vedenti e non udenti: tra le altre caratteristiche, in tutte le scene si potranno vedere chiaramente le labbra degli attori, per poter ”leggere” quello che dicono. Per i sordi, le copie in Dvd avranno un riquadro con i dialoghi mimati nel linguaggio a gesti. ”So com’è sentirsi esclusi, quando ho ‘visto’ ‘Cast Away’ con Tom Hanks non c’era niente perché potessi seguire la trama perche’ e’ un film senza dialoghi”, ha detto Antunes.