Tinto Brass piace ancora: in Usa esce in blu-ray “Salon Kitty”, una delle pellicole più controverse

Pubblicato il 24 Novembre 2010 - 01:15 OLTRE 6 MESI FA

Salon Kitty è il film più controverso di Tinto Brass, girato nel 1975 in due versioni, una per il cinema estero e l’altra per il cinema italiano, vista l’impossibilità di ottenere il visto della censura per un prodotto in cui c’è un’abbondanza di scene ad alto contenuto erotico che sarà superata solo dal Caligola.

Come si sa i film di Tinto Brass hanno avuto successo anche negli Stati Uniti, dive esce in questi giorni la versione blu-ray della pellicola.

La trama del film la descrive il blog Filmscoop: “Va detto subito che Salon Kitty ebbe reazioni assolutamente contrastanti, alla sua uscita, sia dal pubblico che dalla critica specializzata; demonizzato, stronacato, oppure valutato positivamente, pur senza nessun entusiasmo particolare, il film comunque colpì come  nel segno, andando a pescare dall’armadio dei ricordi uno degli episodi più oscuri della seconda guerra mondiale, l’esistenza del famigerato Salon Kitty  un bordello realmente esistente nella Berlino nazista, nel quale spie del partito nazionalsocialista spiavano i ricchi tedeschi o anche i militari nazisti che lo frequentavano”.

“Le donne infatti, – spiega ancora Filmscoop – allo scopo di valutarne le effettive attitudini, vengono sottoposte a incontri erotici aberranti con nani deformi, uomini senza gambe, ebrei, zingari o costrette ad avere rapporti sessuali con animali, rapporti omosessuali e via dicendo, in un crescendo bestiale di depravazione”.

I protagonisti della pellicola sono: Stefano Satta Flores, Ingrid Thulin, John Steiner, Helmut Wallenberg e Teresa Ann Savoy. Ecco alcune scene tratte da Salon Kitty:

“Le ragazze del bordello inziano così a lavorare, non sapendo, però, che le loro gesta erotiche sono solo un paravento: tutto viene spiato, registrato, al fine di scoprire chi, tra i generali, i militari o i potenti abbia la tendenza o idee diverse da quelle del nazismo. Margherita, una bella e ricca ragazza tedesca, della quale si è infatuato il tenente Wallemberg, conosce un pilota, Hans Reiter, e se ne innamora; quando scopre che l’uomo è stato impiccato per colpa di Wallemberg, la ragazza decide di vendicarsi”.

“Con l’aiuto di Kitty e di un italiano, Margherita tende una trappola a Wallemberg, che finisce per fare la fine di molte delle sue vittime; verrà infatti ucciso a colpi di pistola in una sauna. Film molto crudo sopratutto in alcune scene, davvero al limite del guardabile, Salon Kitty ha alcuni pregi e molti difetti: i pregi sono una fotografia asciutta ed essenziale, che incupisce la storia dando un ulteriore tocco di drammaticità al tutto, una recitazione di ottimo livello del cast, decisamente di qualità, che compone il film”.

Secondo il blog i “difetti, molti, sono evidenziati dall’eccessiva lunghezza del film (almeno nella sua versione integrale), con lunghi dialoghi o scene di sesso portate davvero ai limiti della pornografia; vero è che l’azione in pratica si svolge in un bordello, e che quindi un minimo di realismo è lecito. Ma Brass indugia troppo nel mostrare le perversioni a cui vengono sottoposte le ragazze dell’aristocrazia tedesca, in particolare nella scena del reclutameno, quando tutte le ragazze vengono convocate in un immenso salone, sotto una gigantesca bandiera con la svastica, e costrette ad avere rapporti con i soldati tedeschi che sono presenti.

Scene che durano diversi minuti, così come durano troppo alcune delle scene girate nelle stanze delle ragazze, con la descrizione delle perversioni dei vari generali e colonnelli; lo spazio dedicato a Margherita, vera protagonista della storia, risulta alla fine marginale, sopratutto alla luce della scarsa profondità data a quello che è il personaggio principale.

I nazisti assomigliano troppo a delle macchiette, – conclude Filmscoop – cosa che in realtà non erano affatto, purtroppo. Così alla fine il film sembra piuttosto incoerente, quasi che l’eccesso visivo dell’erotismo sbandierato ogni minuto provochi una specie di overdose nello spettatore”.