Gasparri contro marito Madia: “Dopo soldi pubblici vuole 900mila€ da Storace”

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Marzo 2015 - 07:45 OLTRE 6 MESI FA
Gasparri contro marito Madia: "Dopo soldi pubblici vuole 900mila€ da Storace"

Maurizio Gasparri (Foto Ansa)

ROMA – Maurizio Gasparri va all’attacco di Mario Gianani, marito della ministra per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che avrebbe chiesto 900 mila euro per diffamazione al leader della Destra, Francesco Storace e al direttore del Tempo, Gian Marco Chiocci.

La vicenda è quella dei finanziamenti che la Regione Lazio avrebbe elargito alla società di produzione cinematografica Wildside, tra i cui soci figurava il nome di Mario Gianani, marito della ministra.

Ora alla luce della mega richiesta avanzata dalla Wildside, il vicepresidente del Senato, Gasparri torna sull’argomento, dopo aver presentato un’interrogazione parlamentare volta a sapere se i tagli imposti dal Governo alle Regioni siano o meno compatibili con finanziamenti simili:

È vergognosa la richiesta di mediazione per diffamazione fatta a Francesco Storace e al direttore del Tempo, Gian Marco Chiocci, pari a 900 mila euro da parte della società di produzione Wildside. Non bastano i soldi pubblici, ora anche quelli privati. La Regione Lazio ha finanziato in più tranche i film della Wildside che vede tra i suoi soci il marito del ministro Madia. Ho presentato personalmente un’interrogazione perché il governo dica chiaramente se i tagli imposti alle Regioni siano o meno compatibili con finanziamenti simili.

Se per Renzi, che ha denunciato le regioni sprecone, finanziare film è una cosa necessaria lo venga a dire in Parlamento. Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, si è limitato a dire che le procedure di assegnazione sono regolari. Pilato seppe fare di meglio. Ma il punto è un altro. È giusto o meno usare in questo modo ingenti somme di soldi pubblici che potrebbero essere destinati invece alla sanità o ai trasporti? Se per il governo un presidio sanitario vale una serie di film come Un Natale coi fiocchi o Pazza di me, lo devono dire in Parlamento”.