Harvey Weinstein, l’ex assistente: “Mi dettava mail senza vestiti e dovevo pulire il suo spe***”

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Gennaio 2018 - 06:23 OLTRE 6 MESI FA
Ancora guai per Harvey Weinstein. L'ex assistente personale lo denuncia

Harvey Weinstein, l’ex assistente: “Mi dettava mail nudo e dovevo pulire il suo sperma”

LOS ANGELES – Ancora guai per Harvey Weinstein: Sandeep Rehal, l’ex assistente personale, ha intentato una causa contro il produttore poiché voleva “dettarle le mail mentre era nudo e, dopo i numerosi incontri sessuali del mogul, ha dovuto ripulire il divano dell’ufficio dallo sperma”.

Sandeep Rehal, quando nel 2013 iniziò a lavorare con la Weinstein Company, come assistente personale del produttore, aveva 26 anni. Nell’azione legale, la Rehal sostiene che fino al 2015, anno in cui si è dimessa, è stata costretta a lavorare in un ambiente “esasperante e fortemente sessista”: prima e dopo “i numerosi incontri sessuali” del produttore, aveva dei compiti specifici.

“Ogni volta che Harvey Weinstein incontrava una donna in un hotel, in ufficio o altrove, il che si verificava in media almeno tre volte a settimana quando era a New York, la Rehal era tenuta come parte del suo lavoro, a fornire al produttore la dose di Caverject (medicinale per la disfunzione erettile) mettendola nella tasca della giacca o in sacchetto marrone” e, dopo gli incontri “doveva pulire il divano dell’ufficio dallo sperma” ma in generale è stata coinvolta alla ripulitura degli ambienti dove Weinstein aveva avuto rapporti sessuali.

Tra gli altri compiti, leggeva e rispondeva alle e-mail, gestiva gli appuntamenti con i medici, programmava la presenza degli autisti, faceva acquisti personali per il produttore, compresa la biancheria intima. La Rehal ha inoltre raccontato che Weinstein usava un linguaggio sessista quando le parlava, le avrebbe fatto delle esplicite avances e si sarebbe sempre vantato del suo potere, anche con gli altri dipendenti: “Sono Harvey Weinstein e tu sei all’Università di Weinstein. Decido io se ti laurei o no”.

Il produttore, attraverso il portavoce, ha negato le accuse di Rehal e fatto sapere che “i suoi avvocati risponderanno nella sede legale appropriata con prove che dimostrano che non sono vere”.