Kirk Douglas, 93 anni di cinema

Pubblicato il 19 Settembre 2010 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA

da: Wikipedia

Kirk Douglas è nato negli Stati Uniti da genitori d’origine bielorussa (il suo vero nome è Issur Danielovitch Demsky); si laurea in Lettere e si diploma poi all’American Academy of Dramatic Arts di New York.
La sua prima interpretazione cinematografica è quella di un giovane procuratore distrettuale nel film Lo strano amore di Marta Ivers (1946), più adatte a ruoli forti, cinici, da “duro”. Conquista l’interesse del pubblico interpretando la parte di un pugile forte atleticamente, ma di scarse qualità umane, in Il grande campione (1949); il successo definitivo arriva però con L’asso nella manica di Billy Wilder (1951), dove Douglas è Chuck Tatum, un giornalista senza scrupoli che specula sul dramma di un minatore intrappolato dopo il crollo in una miniera, cui seguono Pietà per i giusti di William Wyler (1951), in cui interpreta un poliziotto spietato e Il bruto e la bella (1952) di Vincente Minnelli, nei panni di un produttore dal cuore di pietra.
Nel 1954 fonda una sua casa di produzione che chiama Bryna Productions (dal nome della madre), con la quale realizza i suoi più grandi successi da protagonista. Nel 1956 interpreta il ruolo del pittore Vincent Van Gogh nel film Brama di vivere, diretto da Vincente Minnelli, mentre è del 1957 uno dei capolavori nella sua filmografia, Orizzonti di gloria, pellicola fortemente antimilitarista diretta dal giovane Stanley Kubrick. Sempre diretto da Kubrick, Douglas interpreterà nel 1960 il kolossal Spartacus nel ruolo del protagonista.
È stato anche un eccellente interprete di film western, in particolare Il grande cielo (1952) di Howard Hawks e Sfida all’O.K. Corral (1957).

Douglas ha interpretato il suo penultimo film, Vizio di famiglia (2003) accanto a Michael, proprio nei ruoli di padre e figlio.

Ormai lontano dalle scene per via dell’età e delle limitazioni fisiche, si è impegnato, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, fra i quali un suo blog, in una campagna atta ad indurre gli Stati Uniti d’America a chiedere perdono per la schiavitù delle persone deportate dall’Africa fra i secoli XVI e XIX ed anche per le ingiustizie che gli afroamericani continuarono a patire anche dopo l’abolizione formale del regime schiavista[2], battaglia vinta nell’agosto 2008[3].

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