Lars Von Trier presenta a Cannes Melancholia: Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg nel cast

Pubblicato il 18 Maggio 2011 - 15:25 OLTRE 6 MESI FA

CANNES (FRANCIA)  – ”Melancholia non e’ un film sulla fine del mondo ma su uno stato mentale, la depressione, che e’ quello della mia vita adesso”: Lars Von Trier, il geniale regista danese, tante volte premiato a Cannes (L’elemento del crimine, Europa, Le onde del destino), palma d’oro nel 2000 con Dancer in the dark, ammette l’origine personale dell’ispirazione di questo film, oggi in concorso al festival, splendidamente interpretato da Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg con Kiefer Sutherland e Charlotte Rampling.

Un film terapeutico? Von Trier, che da tempo soffre di despressione non ne e’ sicuro: ”E’ stato un piacere girare Melancholia. Forse sto un po’ meglio, o forse no”. Torna a Cannes in concorso due anni dopo il discusso Antichrist, che valse a Charlotte Gainsbourg il premio come migliore attrice e che ha voluto di nuovo in Melancholia nel ruolo di Claire, la sorella della protagonista Justin, interpretata da Kirsten Dunst dopo che Penelope Cruz quasi alla vigilia delle riprese ha rinunciato al ruolo che Von Trier avevo scritto pensando a lei. In Melancholia, che parte come una storia di commedia ambientata durante le nozze sontuose in un castello (in Svezia) di due giovani, Michael (Alexander Skarsgård) e Justine ed evolve via via sempre piu’ in tragedia con l’attesa rarefatta della fine del mondo quando il pianeta Melancholia impattera’ sulla Terra distruggendola, molti i riferimenti estetici che Von Trier stesso ha voluto ricordare: ”la musica di Wagner, i pre-raffaelliti, la pittura classica nordica e il cinema di Antonioni, Kieslowski, Visconti e anche Bergman”.

Poi ha scherzato sui generi cinematografici: ”ha un plot romantico e da commedia ma io sono fatto cosi’ anche quando faccio commedie divento maliconico”. Kirsten Dunst, che Von Trier nel film illumina con immagini di enorme bellezza, ritraendola in una scena nuda sdraiata sulla natura come in un quadro di J.W. Waterhouse, racconta il rapporto tra le due sorelle, che e’ il cuore del film: ”Justine e’ una persona depressa, che neppure nel giorno del matrimonio riesce a trovare un attimo di felicita’. Claire, che ha un figlio e un marito, ed e’ quella ‘normale’, cerca in ogni modo di aiutarla. Ma l’attesa della fine del mondo capovelgera’ le cose gettando nel panico Claire di fronte ad un’indifferente Justine”. Durante l’incontro stampa, carico di un umorismo poco felice, Von Trier ha scherzato sul suo ‘essere nazista’.

”Credevo di avere origini ebree ed ero contento, poi ho saputo che non era esattamente cosi’ ed ho scoperto le mie origini tedesche, sono un po’ nazista anche io e sono contento lo stesso. Capisco Hitler perche’ capisco l’uomo che e’ pieno di male. Sono contro la Seconda Guerra Mondiale e mi sento vicino agli ebrei, ma non troppo perche’ Israele e’ un problema. Adoro l’architetto Albert Speer, aveva un grande talento. Come regista nazista – ha concluso in un discorso non-sense, in cui tra l’altro ha proposto a Dunst e Gainsbourg di fare le protagoniste di un film porno, di quelli che produce con la sua societa’ – penso adesso ad un film sulla soluzione finale, per i giornalisti”.

Le immagini della presetanzioni di Melancholia a Cannes (foto AP/LaPresse)