Laura Antonelli in “Malizia”: quando eros è un reggicalze arrampicato sulla scala

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Giugno 2015 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA
Laura Antonelli in "Malizia": quando eros è un reggicalze intravisto sulla scala

Laura Antonelli in “Malizia”: quando eros è un reggicalze intravisto sulla scala

ROMA – Laura Antonelli in “Malizia”: quando eros è un reggicalze arrampicato sulla scala. Povera Laura Antonelli, scomparsa in solitudine nel suo ritiro a Ladispoli davanti al mare, a distanza di sicurezza dall’Hollywood sul Tevere che aveva consegnato le sue generose forme sotto un viso di madonna al mito.

I sociologi le attribuiscono il merito di aver rivoluzionato all’inizio degli anni ’70 l’immaginario erotico dei maschi italiani, sdoganando e imponendo le fantasie suscitate dall’ideale femminile di casalinga sexy e disponibile fatto di grembiuli che lasciano immaginare chissà cosa nel tinello-alcova, reggicalze birichini che contengono a malapena e che quando arrampicata sulla scala a strofinare i vetri  noi da sotto…

Non sapeva Laura Antonelli, quando nel 1973 Salvatore Samperi la scelse per interpretare la domestica siciliana Angela La Barbera che ammalia il vedovo, che “Malizia”, questo il titolo del film, non sarebbe stato più dimenticato da padri e figli di quella generazione. Il suo volto, il suo potere di seduzione prorompente ma mai aggressivo offrirono il modello per decine e decine di film a basso costo e alto potenziale erotico che a guardarli oggi, all’epoca di Youporn, appaiono come un altro modo di intendere la castità.

Non sapeva Laura Antonelli che il tentativo del 1991 di reinventarsi una carriera proprio con Malizia 2000 fu l’inizio della sua rovina: il giudizio meno offensivo fu “imbarazzante e patetico”, e quando, per riguadagnare un’allure compromessa si sottopose per il film a estenuanti ritocchi estetici, dovette constatare con orrore che il suo bel viso era stato deturpato senza pietà. “Malizia” apparteneva a un altro evo cinematografico, quando Laura Antonelli era la più bella di tutte. Anche senza il sostegno di quella scala benedetta.