Nanni Moretti comincia il suo “Habemus Papam”, storia di un Pontefice in analisi

Pubblicato il 2 Febbraio 2010 - 17:47 OLTRE 6 MESI FA

Sono iniziate lunedì le blindatissime riprese di “Habemus Papam”, film che segna il ritorno in cabina di regia di Nanni Moretti. Quattro anni dopo “Il Caimano”, 6.796.000 euro incassati e 6 David di Donatello vinti, compreso Miglior Film e Miglior Regia, Moretti torna così in sala, prodotto come al solito dalla sua Sacher Film e da Fandango, in collaborazione con Rai Cinema.

Protagonista del film è l’icona francese Michel Piccoli, affiancato dallo stesso Nanni Moretti, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Margherita Buy e Franco Graziosi. Le riprese si svolgono interamente a Roma, per un titolo che cercherà di essere pronto per la Croisette 2010, abbonata alle pellicole del regista. Dopo aver vestito i panni del Premier Berlusconi, Moretti vestirà quelli di uno psichiatra che si occuperà niente meno che del Santo Padre in persona, lavoro richiesto dal consiglio dei cardinali in Vaticano perché il nuovo eletto non si sente di assumere le responsabilità della carica.

Tra i “consiglieri” del regista anche il monsignor Gianfranco Ravasi che ha dichiarato di aver letto la sceneggiatura del film e di esser stato spesso, negli ultimi mesi, in contatto con l’autore della “Stanza del figlio”, Palma d’Oro 2001.

Per quanto riguarda la trama del film si sa che la vicenda si apre con la morte del Pontefice e quindi con le immagini del Conclave riunito per l’elezione del successore. Si sa che lo spunto iniziale è la crisi di Sua Santità e che il tono della narrazione, grazie anche al confronto con l’analista Moretti, oscillerà tra momenti bui e problematici e scatti ironici con il tono della commedia. Si sa anche che Moretti è già andato in Vaticano (dove però non sarà possibile ambientare le riprese perché sembra non sia arrivato il necessario permesso), e che il progetto, almeno per il momento, non ha incontrato nessun tipo di opposizione.

L’idea che guida la storia non è stata giudicata né irriverente né scandalosa, anzi, sembra sia piaciuta l’immagine di un Papa attraversato da umane debolezze, preoccupato per l’importantissimo compito che lo attende, umile al punto da rivolgersi a un medico per avere aiuto e per chiedergli, nel finale, di ricordarlo nelle sue preghiere. Lo spunto richiama in qualche modo la vicenda reale di Celestino V, incoronato all’Aquila, nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, il 29 agosto del 1294. Informato della sua elezione da tre vescovi, il futuro Papa, che, da frate, viveva in una grotta sui monti della Maiella, rifiutò subito la carica. In seguito l’accettò, ma poi, a quattro mesi dall’incoronazione, al termine di lunghe e sofferte meditazioni, decise di abbandonare il Soglio Pontificio.

Con il mondo ecclesiastico Moretti aveva già avuto un incontro ravvicinato ai tempi de “La Messa è finita”, Orso d’argento alla Berlinale del 1985. Nel film, che aveva ricevuto l’apprezzamento dei vertici della Chiesa, l’autore è Don Giulio, sacerdote a disagio nella piccola parrocchia della periferia romana dove è tornato dopo essere stato a lungo parroco di una piccola isola. Per ora Moretti se la sta cavando bene senza alcun tipo di critica ma come non ricordare il film “Caos Calmo” in cui Moretti, in veste di attore, ha girato una scena di sesso con la bella Isabella Ferrari. Una scena espicita, cruda che non piacque indovinate a chi? Alla Chiesa.