Quando i cani sono i veri protagonisti dei film. Meritano l’Oscar?

Pubblicato il 9 Gennaio 2012 - 15:13 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sono i cani alcuni dei più grandi protagonisti dell’ultima stagione cinematografica e non solo. Non vincono l’Oscar per questioni di ineleggibilità ma sono spesso loro a reggere un intero film. Tutto cominciò con il libro di Susan Orlean, Rin Tin Tin: The Life and the Legend, cinobiografia del famoso cane al centro di numerosi film western.

Quella leggenda a pelo lungo, morta tra le braccia di Jean Harlow nel 1932, meriterebbe un Oscar postumo, stando all’autrice, che sottolinea come, nel 1929, la star canina fosse in lizza con Emil Jannings.

Niente Oscar neanche per Uggie, co-protagonista del quotatissimo film muto The Artist di Michel Hazanavicius. È lui, il delizioso Jack Russell dalle mille mossette intelligenti, a salvare il suo padrone, svenuto in una stamberga che va a fuoco: tirando per i pantaloni un ottuso poliziotto, lo convincerà a intervenire. A sentire Oscar von Mueller, l’addestratore di Uggie, per farlo recitare bene basta dargli una bella sfilza di salsicce. “Uggie è uno dei cani meglio addestrati di Hollywood. Se gli dici di guardare in macchina, lo fa subito”, racconta il trainer.

Se poi sono famosi come Milù allora tutto diventa più facile. L’inseparabile compagno di Tintin, il giovane reporter belga frutto della matita di Herg è stato da poco ripresentato da Steven Spielberg nel film in 3D Le avventure di Tintin, protagonista il Jamie Bell scelto dal produttore Peter Jackson dopo averlo apprezzato nel remake di King Kong (e averlo ricordato in Billy Elliot).

Presto vedremo all’opera uno dei tre Dobermann scelti da Martin Scorsese per accompagnare i bambini della sua fiaba in 3D, Hugo Cabret. Si tratta di Blackie, bravissimo a fare da guardia all’orfanello che praticamente vive dentro la stazione di Parigi negli anni Venti.