ROMA – Quentin Tarantino: “The Hateful Eight, un horror politico“. Voleva un western, gli è venuto un horror. Voleva un film “normale”, gli è venuto un film politico. Quentin Tarantino a Roma il 28 gennaio per presentare The Hateful Eight, in sala dal 4 ottobre in 600 copie con 01, dà il meglio di sé.
Il regista-cinefilo racconta prima di quanto sia politico questo film, poi della delusione della mancata nomination agli Oscar di Samuel L. Jackson e, infine, di come questo suo ottavo lavoro si possa considerare una sorta di ‘Iene western’. Ad accompagnarlo in conferenza stampa gli interpreti Kurt Russell e Michael Madsen e il musicista Ennio Morricone. ”Non so se questo è un film più politico di ‘Bastardi senza gloria’ e ‘Django Unchained’, si può dire invece che è diventato un film politico quando i personaggi hanno cominciato a parlare e si sono divisi tra democratici e conservatori. Alcuni eventi, accaduti durante la lavorazione hanno reso questo lavoro molto più attuale di quanto fosse all’inizio. A volte sei fortunato riesci ad entrare in contatto con lo Zeitgeist” dice il regista di Pulp Fiction.
Sulla polemica delle nomination ”bianche” agli Oscar su cui è intervenuto lo stesso presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dice riguardo il mancato riconoscimento da parte dell’Academy a Samuel L. Jackson:”è ovvio che mi dispiace per la sua mancata nomina. Comunque, altro che boicottaggio, se fossi stato nominato io ci sarei andato”. Riguardo l’accanimento nel film sul personaggio femminile Daisy Domergue (interpretato da Jennifer Jason Leigh che corre per questo ruolo agli Oscar nelle categoria miglior attrice non protagonista):”non c’è stata nessuna volontà precisa. L’accanimento e le violenze erano necessarie visto l’atteggiamento del ‘boia’ (il cacciatore di teste interpretato da Kurt Russel) che, volendo portare i suoi delinquenti fino alla forca, deve terrorizzarli per non farli fuggire. Avrei anche potuto scegliere un uomo, ma una donna mi serviva per complicare la storia”.
Sulla commistione dei generi, tipica dei film di Tarantino:”è vero – dice – se fosse per me farei cinque film in uno solo. Quando ho cominciato a lavorare a The Hateful Eight ho pensato ad un western e a un giallo alla Agatha Christie, poi, solo alla fine, mi sono reso conto che avevo realizzato anche un film horror”. Da Ennio Morricone (in corsa anche lui per l’Oscar per questo film insieme al direttore della fotografia), solo poche parole:” ho fatto per Tarantino una musica drammatica che non può sfuggire ad un orecchio attento, basta ascoltare il timbro dei due fagotti, quello delle trombe e poi le voci. Ma in questa musica c’è anche molta ironia”. Spiega Kurt Russel, ovvero il boia di The Hateful Eight che preferisce portare fino alla forca i suoi criminali catturati:”il mio personaggio rappresenta l’America che dà ad ognuno il diritto di avere avuto un processo. Lui in fondo onora questa pietra miliare del sistema americano”.
Da Madsen, infine, un ricordo commosso del padre scomparso a dicembre:”Questo film a mio padre sarebbe piaciuto. Papà se ci sei da qualche parte devi sapere che questa volta il tuo ragazzo si è comportato bene”.