Sara Tommasi, film dell’anno. Per Giusti un evento, altro che Garrone, Zalone…

Pubblicato il 12 Luglio 2012 - 12:54| Aggiornato il 10 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
“Ciao sono Sara Tommasi e ciuccio bene i vasi”

ROMA – “La mia prima volta” o “Sara contro tutti” (qui il link) che sia, non è chiaro qual è il titolo ufficiale, è il vero film dell’anno, l’evento capace di rivitalizzare il cinema italiano. Lo sostiene, provocatoriamente ma non troppo, Marco Giusti, uno dei padri di Blob e autore di irriverenti recensioni cinematografiche per Dagospia. Altro che Garrone, Sorrentino o Checco Zalone. Giusti invita a non fare troppo gli schizzinosi e guardare al fenomeno Sara Tommasi per quello che è e non attraverso gli occhiali di un moralismo a rischio infiltrazioni di ipocrisia. Se non ragioniamo da benpensanti possiamo seguire il filo delle riflessioni di Giusti che attribuisce al film, sgangherato, approssimativo, quasi dilettantesco, il potere di smuovere le acque, suscitare un’incredibile attesa e partecipazione, creare un autentico evento mediatico.

“Ciao, sono Sara Tommasi e ciuccio bene i vasi” è l’incredibile, surreale incipit del film. Puro Totò in salsa hard-surrealista. Nonostante secondo gli habituè del porno il suo modo meccanico di prodursi in una fellatio lasci parecchio a desiderare. Ma facciamoci accompagnare da Giusti nella disamina di testo, esplicito e iperrealista come si conviene a ogni confezione porno, sottotesto e ricezione di pubblico. Il regista salito agli onori della critica cinematografica è un bravo mestierante del settore, niente di più. Risponde al nome di Guido Maria Ranieri, marito della pornostar Asia D’Argento e responsabile di tutti i suoi film.

Sara, paladina delle tre S (soldi, sesso, successo) è un po’ freddina, ingessata, con la sensualità di un manichino. “Ma è proprio nella caduta dell’angelo, star della tv e delle notti berlusconiane, verso l’inferno del porno che il film di Sara Tommasi e la sua performance acquistano un valore al di la’ di quello oggettivo di puro documento hard. Oltre lo squallore della messa in scena, delle scenografie e delle sue stesse prestazioni, sbadati cum-shot compresi”.

Fan e gruppi di ascolto improvvisati emettono un giudizio impietoso, sulla Sara rete è il tag del momento: “Sara Tommasi ha ucciso il porno”, “Griffith ha inventato il cinema, Sara Tommasi lo ha ucciso”, “E’ uno stupro alla pornografia”, “Che delusione il film di sara Tommasi, preferivo il libro”.  Però, potenza del porno, è tutto vero ed è ciò che conta. Dice Giusti: “Non è solo col metro da esperti del porno che va trattato il film. Perché proprio il personaggio Sara Tommasi, e tutto il fardello dei suoi deliri precedenti, che alimentano pesantemente la discussione. Così si va da un divertente, “E’ colpa di Sara Tommasi e della sua prestazione scadente se Berlusconi si ricandiderà”, alla geniale constatazione di un assiduo frequentatore di Superzeta che vede nello squallore del film anche lo squallore dei bunga bunga di Arcore.”

“Mi piacerebbe essere presa con la forza, sono sicura che farebbe bene al corpo e all’anima”

Superzeta, sito specializzato nel porno, stava quasi per saltare, inondato dagli sms dei fan impazziti: 236 sono le pagine di commenti alla prestazione di Sara. Giusti invita a non sottovalutare questo spontaneo movimento d’opinione, anche da lì si traggono utili indizi per capire la società dove viviamo. “Chi immaginava di vedere chissà quali meraviglie e follie cinematografiche si ritrova tra le mani scopate un po’ imbarazzanti di una starlette (forse) fuori di testa e, soprattutto, completamente fredda e distaccata nel sesso. E’ anche il crollo del mito del puzzone di Arcore, forse più realistico di un documentario sui suoi festini. Chiamate subito Travaglio…” Una critica del potere involontaria, lo scardinamento dei valori dall’interno, l’affresco poetico di uno sfaldamento in diretta. Troppa grazia Sara, la donna che ciucciava i vasi…