Un euro in più per andare al cinema: il caro-biglietto scatta l’1 luglio e scade il 31 dicembre 2013

Pubblicato il 11 Febbraio 2011 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dal primo luglio il biglietto del cinema costerà un euro in più. Le commissioni riunite Bilancio e Affari costituzionali hanno approvato l’emendamento del Governo al milleproroghe che reintroduce la tassa sul cinema che era già scomparsa nelle prime bozze.

L’euro in più a biglietto (sale parrocchiali escluse) viene introdotto a decorrere dal primo luglio e fino al 31 dicembre 2013 e serve a coprire le agevolazioni fiscali alla produzione cinematografica.

L’emendamento approvato prevede che ”a decorrere dal primo luglio prossimo e fino al 31 dicembre 2013” sia istituito ”per l’accesso alle sale cinematografiche, ad esclusione di quelle delle comunità ecclesiali e religiose, un contributo speciale a carico dello spettatore pari ad un euro da versare all’entrata del bilancio dello Stato”.

Poi sarà un decreto “interdirigenziale” dei Beni culturali e dell’Economia a stabilire le modalità della riscossione. La misura, si legge nella proposta, dovrebbe fruttare 45 milioni nel 2011 e 90 milioni nel 2012 e 2013 che servirebbero a finanziare gli sgravi fiscali alla produzione cinematografica.

L’eventuale maggior gettito sarebbe riassegnato allo stato di previsione dei Beni culturali per essere riassegnato al “Fondo per la produzione, la distribuzione, l’esercizio e le industrie tecniche” previsto dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, numero 28, cioé la “Riforma della disciplina in materia di attività cinematografiche”.

Critico il senatore del Pd Vincenzo Vita, vicepresidente della commissione Cultura di Palazzo Madama: “E in fine i tassatori selvaggi ce l’hanno fatta. In luogo di occuparsi più seriamente della grande evasione fiscale, il governo ha preferito mettere la tassa di un euro sui biglietti del cinema. Con un emendamento depositato alla fine dei lavori delle commissioni del Senato, che stanno varando il milleproroghe, si è introdotto questo ‘contributo speciale’ che renderà assai più ardua la ripresa del cinema italiano che pure si era manifestata in queste ultime settimane. L’esclusione dal provvedimento delle sale ecclesiali e religiose non salverà l’anima ai proponenti. E’ e rimarrà un peccato mortale. Hanno ragione tutte le categorie del settore che hanno protestato in queste ore. Ci siamo opposti ipotizzando soluzioni alternative insieme ai colleghi del terzo polo, ma la maggioranza e il governo non hanno battuto ciglio”.