“Ero nel bagno dell’albergo di Marostica e lì mi sono accasciato, così improvvisamente, senza dolore”. Così il regista Tinto Brass ripercorre i momenti in cui, il 18 aprile scorso, venne colpito da un’emorragia cerebrale. Poi il ricovero, la terapia, l’attesa. Persino l’idea del suicidio. “Ero immobile quando fino a pochi giorni prima facevo una vita intensa. Mi chiesi se valeva la pena di vivere o di morire. Una notte pensai al suicidio, con serenità”.
Oggi tutto sembra un ricordo lontano perché Brass si è ripreso, tanto che sta già pensando a un nuovo film. Con una novità: dopo tanto eros la nuova pellicola verterà sull’amore.
L’esperienza, racconta il regista intervistato dal Corriere del Veneto, lo ha cambiato. “Profondamente. Il sesso, l’eros: è l’ora di fare un discorso serio su questi temi. Il sesso non deve essere un ‘consumo’ finale, ma uno stato provvisorio”.
“La vera trasgressione oggi è l’amore. Ho inseguito la libertà attraverso l’eros, rimuovendo la morte e la vecchiaia, trasformando il sesso in un’ossessione. Ho superato questa fase: confrontandomi con la morte l’ho accettata. Non può essere il sesso l’obiettivo finale. Conta di più la sfera affettiva”.