Vittorio Gassman a venti anni dalla morte: un gigante pieno di malinconia
Pubblicato il 26 Giugno 2020 - 13:32 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – “Qui giace Vittorio Gassman, fu attore, non fu mai impallato”.
Così recita la lapide del “mattatore” per antonomasia, originale e irriverente anche dopo la morte avvenuta il 29 giugno 2000 all’età di quasi 78 anni.
Le tv ne celebrano il ventennale della morte riproponendo a raffica film e interviste.
Il suo “fascino senza filtri – titola La Repubblica per l’occasione – ha raccontato gli sfrontati all’italiana”.
Vittorio Gassman era un gigante pieno di malinconia, un timido esuberante come è per molti introversi.
Vale la pena ricordare – con Fabrizio Corallo, autore del documentario ‘Sono Gassman! Vittorio, re della commedia’ – la “doppia metamorfosi” di cui il grande attore è stato protagonista nel tempo.
“La prima – spiega il regista – quella che a partire dal film di Monicelli ‘I soliti ignoti’ lo ha trasformato alla fine degli anni ’50 da acclamato interprete teatrale e di film drammatici – da lui giudicati quasi sempre “dimenticabili” – in uno dei più amati attori brillanti del nostro cinema grazie alla straordinaria stagione della cosiddetta “commedia all’italiana”.
La seconda è stata quella che lo ha portato a rivelare col tempo, soprattutto nei suoi ultimi anni di vita, la sua vera natura di persona introversa e ipersensibile, spesso preda di impensabili vulnerabilità”. (fonte Ansa)