“War Horse”: la prima guerra mondiale vista dai “cavalli” per Spielberg

Pubblicato il 28 Novembre 2011 - 14:14| Aggiornato il 21 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA

New York – Un cavallo per attore: ‘War Horse’, l’ultima fatica cinematografica di Steven Spielberg in uscita negli Stati Uniti il giorno di Natale, non e’ solo un film sulla guerra come suggerisce il titolo, ma e’ soprattutto la storia di un cavallo e la sua odissea in battaglia. Spielberg, non e’ nuovo al tema della guerra, dalla sua camera da presa sono usciti capolavori come ‘Salvate il soldato Ryan’ e ‘Schindler’s List’. Entrambi tuttavia film vietati ai minori per la loro cruenza.

‘War Horse’ e’ invece un film adatto a tutte le eta’. Tramite il diversivo di un cavallo come attore protagonista e la sua esperienza in guerra, Spielberg riesce a parlare di una barbarie come la Prima Guerra Mondiale in modo diverso. Il conflitto e’ come un sottofondo alla storia di Joey, il cavallo che dopo essere finito in Francia dall’Inghilterra ‘presta servizio’ sia nella cavalleria inglese che tedesca per poi finire da solo nella terra di nessuno.

E’ lo stesso Spielberg a parlare della sua esperienza sul set con i cavalli durante il dibattito in live streaming su Msn che ha seguito l’anteprima del film a New York e contemporaneamente in altre nove citta’ degli Stati Uniti. ‘War Horse’ – ha detto intervistato dal giornalista Mark Harris – mi ha dato l’opportunita’ di raccontare la guerra a tutti.

C’e’ un aspetto in un certo senso mitologico del film perche’ mostro qualcosa che ben presto scomparira’, come la guerra di trincea e la carica a cavallo degli eserciti. Sono ricordi di Prima Guerra Mondiale, con il secondo conflitto mondiale diventeranno preistoria, spazzati via dall’avvento delle macchine e della tecnologia.

Come un vero attore, Joey mostra la guerra attraverso i suoi occhi e lo spettatore vive con lui gioie e dolori di una straordinaria avventura. Se ‘Hugo’ di Scorsese e’ stato definito un atto d’amore verso il cinema, allo stesso modo ‘War Horse’ e’ un atto d’amore di Spielberg per i cavalli, un omaggio a quei quattro milioni periti durante la Prima Guerra Mondiale.

”E’ questo uno dei motivi per cui ho deciso di fare il film – spiega – e mi e’ riuscito piuttosto naturale lavorare con i cavalli perche’ vivo quotidianamente con loro. Ho una tenuta con dieci cavalli e so quanto possono essere brillanti e intelligenti. Sul set Joey e’ stato straordinario, pensavamo di riuscire a fargli fare solo quello per cui era stato addestrato, invece ha sorpreso tutti interpretando a modo suo la parte”.

Spielberg ha selezionato il cavallo per la parte di Joey allo stesso modo in cui si svolge un casting per attori veri. Ha visionato diversi cavalli e due soli, Finder e Abraham, sono risultati idonei. Dopo ulteriori provini la scelta e’ ricaduta su Finder. Il film e’ stato difficile da girare dal punto di vista tecnico con la riprese delle scene andata per le lunghe per evitare che i cavalli potessero ferirsi.

”Ci siamo preoccupati che nessuno dei cavalli si facesse male – ha spiegato Spielberg -. Sono state difficili soprattutto le scene d’azione, come la carica a cavallo. In questo caso ad esempio, invece di usare cavalli generici con attori fantini generici, abbiamo optato per fantini veri che hanno portato i loro cavalli. Ogni cavallo ha cosi ubbidito al suo fantino, ma non e’ stato facile, ci e’ voluto tanto tempo”.

Il film e’ stato ispirato sia dall’omonimo libro best seller di Michael Morpurgo del 1982, sia dall’adattamento teatrale di Nick Stafford. Come ha detto lo stesso Spielberg, ”il libro mi ha dato l’idea della struttura narrativa, la rappresentazione teatrale mi ha fatto capire il potenziale emotivo che poteva avere una versione cinematografica”.

‘War Horse’ ha messo insieme attori famosi come Emily Watson e perfetti sconosciuti come Jeremy Irvine che ha interpretato Albert, il ragazzo che va in guerra per cercare il suo cavallo, Joey, venduto dal padre all’esercito britannico.