Abdelhamid Abaaoud, da bimbo viziato a terrorista Isis

di Lara Volpi
Pubblicato il 19 Novembre 2015 - 11:18 OLTRE 6 MESI FA
Abdelhamid Abaaoud, da bimbo viziato a terrorista Isis

Abdelhamid Abaaoud

PARIGI – Per come era da piccolo Abdelhamid Abaaoud avrebbe potuto diventare un playboy, un ladro o perfino un truffatore, ma non certo un terrorista islamico. Nato in Belgio da genitori marocchini quando il quartiere di Molenbeek era già chiamato “la Strada Internazionale” per la presenza di marocchini, turchi, macedoni, serbi, francesi, spagnoli e belgi, riuscì, grazie agli sforzi del padre, a studiare in un college esclusivo di Bruxelles. Questo dopo che era stato cacciato dalla scuola pubblica per aver molestato studenti e professori.

Anche da quel collegio, però, venne espulso dopo un anno. Non era portato per lo studio, nemmeno per la disciplina. Nel quartiere, ha raccontato un suo vicino di casa di allora al Daily Mail, era chiamato “il capitano” perché tra tutti, slavi e arabi che fossero, lui era il leader.

All’epoca era ben lontano dall’essere un estremista islamico. La famiglia non era particolarmente religiosa: il negozio di vestiti del signor Omar era uno dei pochi nella zona a vendere abiti occidentali alla moda, e non abiti tradizionali arabi. Gli Abaaoud frequentavano poco i luoghi di preghiera, raramente venivano visti in una delle ventidue moschee della zona.

Abdelhamid beveva, fumava cannabis, amava i night club e quando non aveva i soldi per procurarsi tutto questo rubava. E alla fine è andato in carcere. Qui si è avvicinato all’islam radicale attraverso Fouad Belkacem, a capo di una organizzazione islamica di Bruxelles chiamata Sharia4Belgium (sharia per il Belgio) che aveva l’obiettivo di creare uno Stato separato governato dal Corano all’interno del territorio belga.

Dal carcere Abdelhamid uscì completamente cambiato anche esteriormente: prima era sempre pulito, vestito all’occidentale e rasato. Dopo si mostrò con la barba, i capelli lunghi e, indosso, gli abiti tradizionali arabi. E poco dopo andò in Siria, portando con sé il fratello minore di 13 anni. La madre, saputo il percorso che aveva intrapreso il figlio, è caduta in depressione e si è trasferita in Marocco. “Preghiamo che sia davvero morto”, ha detto al Daily Mail la sorella di Abdelhamid, Yasmina.