Agnes, 13 anni, stuprata e bruciata da un compagno del collegio

Pubblicato il 22 Novembre 2011 - 13:59 OLTRE 6 MESI FA

PARIGI – La Francia è sotto shock a causa della storia di Agnes, 13 anni, violentata e poi bruciata nel bosco da un ''mostro'' di appena 17 anni. Un "mostro" che però non avrebbe dovuto essere al fianco della ragazzina, dal momento che qualche mese fa aveva già stuprato un'altra coetanea.

E' stata infatti convocata una riunione interministeriale per capire come sia stato possibile lasciare libero in un collegio accanto ai coetanei il giovane e già pericoloso Mathieu, che ha attirato Agnes in un bosco, l'ha violentata e uccisa ''in maniera estremamente violenta e brutale'', come ha detto il procuratore.

Tutto è avvenuto a Le Chambon sur Lignon, nella Francia profonda, l'Alta Loira, dove domenica c'è stata una marcia silenziosa dei compagni di Agnes al Collegio Cevenol International. L'istituto è semi-privato (la retta è di 12.000 euro l'anno), piuttosto ''in'', frequentato da figli di famiglie borghesi e, in qualche caso, anche da ragazzini che hanno messo in luce problemi nelle scuole ordinarie.

Era il caso di Agnes Marin, che l'anno scorso aveva avuto più di un problema frequentando la scuola media del centro di Parigi. Alla fine dell'anno, il preside aveva consigliato ai suoi genitori di iscriverla ad un ''internat'', cioè un collegio nel quale i ragazzi vivono come in un campus, studiano e sono seguiti giorno e notte come ''residenti''.

La stessa strada, incredibilmente, è stata seguita dai genitori di Mathieu, il quale però si era fatto quattro mesi di carcere per violenza su una coetanea. Il preside del collegio, Philippe Bauwens, nega di aver accettato il ragazzo pur sapendo del suo passato di violentatore: ''Se gli ho dato una possibilità era perchè pensavo che avrebbe potuto funzionare – ha detto – sapevo che era stato in carcere, ma non ero a conoscenza dei motivi''.

Una versione però non confermata dal procuratore di Clermont-Ferrand, Jean-Yves Coquillat: ''L'istituto ha accolto in piena conoscenza dei fatti e dopo il rifiuto di diverse altre scuole – ha detto il magistrato – nella pratica c'è una lettera che lo dimostra. E' stato il padre a mobilitarsi per cercare un istituto che lo accettasse mentre Mathieu era ancora in carcere''.

Per capire la verità, in una Francia che a pochi mesi dalle presidenziali vede – al solito – in grande spolvero i temi legati alla sicurezza, il ministro della Giustizia, Michel Mercier, ha ordinato un'inchiesta immediata. Si discute, fra l'altro, sulla norma che – basandosi sulla presunzione di innocenza e sul diritto alla privacy – impedisce ad un preside di essere automaticamente informato che fra gli studenti della sua scuola c'è qualcuno sul quale la giustizia indaga, ad esempio, per violenza sessuale.

L'ultimo bollettino scolastico di Mathieu parla di buoni risultati a scuola e di corretta esecuzione di tutte le prescrizioni della giustizia nei suoi confronti, comprese le periodiche sedute di psicoterapia all'ospedale locale. Nelle ultime settimane era stato anche autorizzato ad uscire per andare a trovare i genitori, che nel frattempo si erano trasferiti per non rimanere vicini alla famiglia della vittima del primo stupro del figlio.