Ahmed, 8 anni, a scuola dice: “Sto coi terroristi”. Polizia lo interroga

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Gennaio 2015 - 00:54 OLTRE 6 MESI FA
Ahmed, 8 anni, a scuola dice: "Sto coi terroristi". Polizia lo interroga

(Foto d’archivio)

NIZZA – In classe aveva detto: “Io sto dalla parte dei terroristi”. Tanto è bastato a un bambino francese di soli 8 anni, per finire in commissariato, interrogato dalla polizia per apologia del terrorismo: un reato punito ormai in modo esemplare, dopo gli eccidi di Charlie Hebdo e del supermercato kosher di Parigi.

A sporgere denuncia contro il bimbo era stata la direzione della scuola, situata nel centro di Nizza, sulla Costa azzurra. L’avvocato della sua famiglia, Sefen Guez Guez, ha manifestato stupore e irritazione: “Siamo di fronte a un’isteria collettiva – ha protestato – il mio cliente ha 8 anni! Non si rende conto della portata delle sue frasi. Non ha senso”.

Il piccolo Ahmed, il cui nome rivela radici musulmani, frequenta la terza elementare. Ai suoi compagni che all’indomani delle stragi di Parigi gli chiedevano di dire “Je suis Charlie” ha risposto così: “Sono dalla parte dei terroristi, perché sono contro chi fa le caricature del profeta” Maometto.

I genitori, immediatamente avvertiti, hanno spiegato al piccolo che “si trattava davvero di terrorismo, aggiungendo tutti i motivi per cui si doveva ovviamente stare dalla parte delle vittime a Charlie Hebdo”. Il caso sembrava chiuso lì, ma il 21 gennaio il direttore della scuola ha deciso di inoltrare una querela per apologia di terrorismo contro Ahmed e per “intrusione” da parte di suo padre.

Il genitore, in effetti, notando che suo figlio era scosso e piuttosto isolato dopo l’accaduto, lo ha accompagnato per tre volte fin nel cortile di ricreazione, dove i genitori non sono ammessi e dal quale è stato invitato ogni volta ad uscire. Nella denuncia si legge che il piccolo Ahmed avrebbe pronunciato anche le frasi: “Bisogna uccidere i francesi” e “i giornalisti se la sono cercata”. Infine, avrebbe rifiutato di rispettare il minuto di silenzio in memoria delle vittime.

Il piccolo, nell’interrogatorio, ha poi detto di non essersi reso conto della gravità delle sue affermazioni. Mentre il padre ha manifestato tutto il suo rammarico per le frasi pronunciate dal figlio.