“Al Bataclan l’inferno”, parla capo teste di cuoio francesi

Pubblicato il 20 Novembre 2015 - 10:37| Aggiornato il 21 Novembre 2015 OLTRE 6 MESI FA
"Al Bataclan l'inferno", parla capo teste di cuoio francesi

“Al Bataclan l’inferno”, parla capo teste di cuoio francesi

PARIGI – Il volto travisato, Jeremy, niente cognome, parla alla tv americana Nbc della notte in cui ha guidato i reparti speciali francesi (BRI) nell’irruzione alla sala concerti del Bataclan a Parigi: al loro ingresso si trova, lui e le sue teste di cuoio, letteralmente, “l’inferno in terra, sangue a tonnellate dappertutto”.

Jeremy (riporta l’intervista il Daily Mail)  indossa una Balaclava, praticamente il nostro passamontagna, ma che nel linguaggio militare si chiama così, utilizzato per la prima volta dagli inglesi nella battaglia di Sebastopoli nella guerra di Crimea. E scene di orrore degne di una guerra deve raccontare. “Abbiamo scoperto l’inferno sulla terra. Nessun suono. Non un grido. Nessuno che si muoveva per paura dei terroristi.”.

Come da consegna e protocollo operativo gli agenti devono ignorare le richieste di aiuto dei tanti feriti – molti cadaveri sono già riversi per terra. Jeremy e i suoi devono individuare gli obiettivi umani, cercano stanza per stanza, angolo per angolo. Non nasconde che per gli uomini del team non è stato facile. Gli uomini dell’Isis, che si definivano “soldati del Califfato”, urlavano agli agenti di stare indietro, dichiarando di voler negoziare.

Quindi un tentativo di approccio attraverso lo scambio di un telefonino: messaggi tipici di rivendicazione ma al solo scopo di prender tempo. Sparare sui terroristi era impossibile: 20 persone erano tenute in ostaggio. Muniti di scudi gli agenti tentano l’avvicinamento: uno di loro è colpito da 25 proiettile sparati a raffica da un Ak-47. Viene ferito a una mano, crolla a terra. Viene ignorato anche lui e la pressione continua. Fino alle due detonazioni: Samy AmimourOmar Ismail Mostefai  sin sono fatti esplodere.