Andreas Lubitz: lui gay, lei incinta, il corpo che si muoveva…quante balle

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Aprile 2015 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA
Andreas Lubitz: lui gay, lei incinta, il corpo che si muoveva...quante balle

Andreas Lubitz: lui gay, lei incinta, il corpo che si muoveva…quante balle

ROMA – Andreas Lubitz era gay. Anzi no: era etero, fidanzato e lei adesso è incinta. Era un bravo pilota, o no: un depresso che aveva ampiamente manifestato tendenze suicide. Si è scritto tutto, anche tante balle, su Andreas Lubitz perché questa tragedia in particolare, più di altre, ha avuto la massima attenzione sui media mondiali. E la cosa, la possibilità concreta di fare clic o vendere copie in più, ha innescato un circolo morboso di ricerca spasmodica di scoop da dare al pubblico affamato, sempre attaccato a un tablet o a uno smartphone (prima ancora di arrivare a un’edicola) alla ricerca dell’ultima novità.

Una tragedia di proporzioni enormi (150 persone ammazzate volontariamente, trascinate in un delirante suicidio); che riguarda tutti (chiunque, chi più chi meno, sale su un aereo almeno una volta nella vita); e potenzialmente inevitabile (cabina blindata o meno, la vicenda Germanwings ci mette davanti a un dato ineluttabile: per quanta sicurezza e tecnologia possiamo mettere in campo le tragedie come questa non sono del tutto inevitabili e non lo saranno mai). Bastano questi elementi a far capire l’attenzione anche morbosa del pubblico, alla ricerca di un perché, e la conseguente corsa frenetica dei media a saziare quella ricerca.

Va da sé che l’ansia di battere gli altri sul tempo è stata fortemente prevalente sulla minuziosa ricerca di conferme alle notizie. E quindi, di balle, ne abbiamo lette tante: che lui fosse in realtà gay e non avendo mai manifestato la sua vera natura sessuale fosse quindi represso. E, va da sé, predisposto a un suicidio eclatante. La fidanzata incinta all’insaputa di lui, notizia data da molti siti, mai confermata e quindi mai smentita. Già appena dopo lo schianto, la prima balla: un corpo si muoveva su quella montagna, ma purtroppo di superstiti neanche uno. Il video esclusivo girato nell’aereo pochi attimi prima dello schianto e trovato in uno smartphone miracolosamente intatto. Ne hanno parlato giornali tedeschi e francesi, poi di seguito tutto il resto del mondo a cascata. Una vicenda con tratti paradossali: i primi giornali che giuravano di aver visto il filmato, la procura francese che smentiva l’esistenza di alcun filmato, le immagini che (bontà loro) non vengono e non verranno divulgate per rispetto e pudore.

Se nel famigerato mondo del web sembra ormai impossibile fermarsi per verificare una notizia (l’operazione potrebbe richiedere qualche ora e quasi nessuno si assume l’onere) resta solo un criterio come guida: la verosimiglianza. Ma anche questa è stata messa in secondo piano da un bel po’ di teorie complottiste: Lubitz non sarebbe mai salito su quell’aereo e anzi sarebbe stato ritrovato morto chiuso nel bagagliaio di un’auto. L’aereo abbattuto dai “laser chimici” americani. Le immancabili scie chimiche. Il Cern, colpevole di aver alterato il campo magnetico delle Alpi francesi tanto da buttar giù un aereo. E così via in una corsa impazzita di blog, siti, giornali, social media in cui nessuno sembra intenzionato a dire: “Basta, voglio scendere”.