Attentati Parigi, i bambini chiedono perché, 4 risposte…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Novembre 2015 - 09:39 OLTRE 6 MESI FA
Attentati di Parigi spiegati ai bambini francesi: pourquoi?

Attentati di Parigi spiegati ai bambini francesi: pourquoi?

PARIGI – Non è facile per gli adulti spiegare a se stessi il senso dell’orrore indicibile: 129 morti, centinaia di feriti per le strade di Parigi, nei luoghi affollati della festa, della musica, fuori dagli stadi dove giocano i campioni di “foot”. Ma come far comprendere il male, la violenza cieca ai bambini giustamente atterriti ma confusi dinanzi all’evidenza delle immagini televisive, al dolore e allo sconcerto dei grandi.

4 domande.

1). Cosa è successo venerdì sera?

2) Perché i terroristi hanno attaccato?

3) Che cosa cambia nella vita quotidiana?

4) E ora cosa succede?

Il quotidiano Liberation (Le P’tit Libé dedicato ai piccoli) ha fornito un servizio importante, pedagogico, per aiutare gli adulti a spiegare quanto deve essere spiegato. Per i grandi, il livello più semplice di lettura dei fatti di Parigi rischia di essere anche il più utile e corretto, assuefatti e storditi come siamo di fronte alla valanga di interpretazioni che più che spiegare stordisce.

“N. 3 Attentats” (guarda qui) si intitola la piccola guida. Ci concentriamo sulla domanda più ostica: pourquoi?

I terroristi potevano avere scopi differenti. Alcuni vogliono impossessarsi di un pezzo di nazione che appartiene ad altre persone, altri speravano di costringere tutto il mondo a seguire la loro religione o ad avere le stesse loro idee. I terroristi di venerdì sera fanno parte di una organizzazione che si chiama “Stato Islamico”. A volte lo chiamiamo anche Daech. Non è una nazione. E’ un gruppo di terroristi che è stato formato 10 anni fa in un paese chiamato Iraq. Oggi riescono a comandare in diverse città in Iraq e in Siria.

I terroristi dicono di aver fatto gli attentati a Parigi per vendicarsi della Francia. Sono arrabbiati perché insieme ad altri paesi la Francia ha fatto cadere bombe sulla Siria. Laggiù c’è la guerra da più di 4 anni, la situazione è molto complicata perché il governo è molto violento nei confronti della popolazione. La Francia, insieme ad altri paesi, prova a impedire allo Stato Islamico di avere armi e di organizzarsi.

Questi terroristi hanno una religione, l’Islam. Dicono di essere musulmani. Molte persone hanno la stessa religione, e sono molto tranquille, amano la pace. Ma quelli che hanno compiuto gli attentati applicano l’Islam in un modo particolare e rifiutano l’idea che altre persone non facciano come loro. Per esempio vogliono che le donne siano completamente velate, non vogliono che le persone bevano dell’alcol o ascoltino della musica.

Per imporre tutto ciò a tutta la società utilizzano la violenza. Questi terroristi sono degli jihadisti. Dicono che combattono in nome della religione, ma i loro atti non hanno nulla a che vedere con questa religione. Venerdì sera abbiamo parlato anche di kamikaze. Sono dei terroristi che si uccidono nello stesso momento in cui uccidono altre persone. Fanno esplodere le bombe che portano su se stessi per morire, suicidi li chiamiamo. Per questo si parla di attentati suicidi.