Attentato Bataclan, audio del terrore: “Alzati o ti uccido”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Aprile 2016 - 13:18 OLTRE 6 MESI FA
Attentato Bataclan, audio del terrore: "Alzati o ti uccido"

Attentato Bataclan, audio del terrore: “Alzati o ti uccido”

PARIGI – “Alzati o ti uccido”: gli inquirenti francesi hanno consegnato alla giustizia un documento agghiacciante, la ricostituzione audio della strage del 13 novembre al Bataclan, creata grazie all’incisione di un registratore abbandonato sul posto da uno spettatore e dagli scambi radio della polizia. Nastri che hanno permesso di ricostruire minuto per minuto il film della strage.

“Perché siamo qui? Bombardate i nostri fratelli in Siria e in Iraq. Siamo venuti dalla Siria per farvi la stessa cosa”, avverte uno dei terroristi. Un altro aggiunge: “Conoscete Daesh? Daesh è lo Stato islamico, sono ovunque, in Francia, negli Stati Uniti. Colpiremo ovunque”. E ancora: “L’ora della vendetta è arrivata”.

Nella sala concerti del Boulevard Voltaire sono state morte 90 persone sulle 130 uccise quella notte. Nei giorni scorsi, i gestori hanno confermato che il Bataclan riaprirà entro la fine dell’anno con una serie di concerti tra novembre e dicembre, tra cui quelli di Pete Doherty e Youssou Ndour.

Jesse Hughes, il leader degli Eagles of Death Metal, la band che si trovava sul palco durante l’assalto dei terroristi al Bataclan di Parigi, lancia un’accusa pesantissima: secondo Hughes gli uomini della sicurezza del locale potrebbero essere stati complici del commando di kamikaze che la sera del 13 novembre assaltò la sala uccidendo 90 persone. In un’intervista a Fox Business il cantante ha detto che i terroristi erano nel Bataclan prima del concerto:

“Quando sono andato dietro le quinte, sono passato davanti a un ragazzo che doveva essere la guardia di sicurezza per il backstage che non mi ha nemmeno guardato – ha ricordato Hughes – Sono quindi andato dall’organizzatore per sapere chi fosse e per chiedere che fosse messo un altro al suo posto, ma lui mi ha risposto che le altre guardie non erano ancora arrivate”.