Attentato metro Londra, secondo fermo. Il primo arrestato “era un profugo siriano” FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Settembre 2017 - 13:00 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA –  Un secondo uomo è stato arrestato per l’attentato di venerdì nella metropolitana di Londra. Lo ha comunicato la polizia. L’arrestato ha 21 anni, è stato fermato nel rione periferico occidentale di Hounslow, West London. L’arresto, scrive la Bbc, è avvenuto la sera di sabato 16 settembre. Il mandato di cattura parla di violazione della sezione 41 della legge anti terrorismo. L’arrestato è stato portato in una stazione di polizia di Londra dove è trattenuto in stato di detenzione.

Intanto emergono nuovi particolari sul 18enne arrestato a Dover prima di imbarcarsi alla volta della Francia. Il ragazzo è ritenuto l’autore dell’attentato alla stazione Parsons Green della metro di Londra, che ha causto 30 feriti, ed era un ex “bimbo adottivo problematico” fermato già due settimane fa – per ragioni al momento ignote – e poi rilasciato.

Il 18enne sarebbe un rifugiato siriano affidato alla coppia di anziani benefattori, Penelope e Ronald Jones, residenti a Sunbury-on-Thames, nel Surrey.  A scriverlo è il Mirror online, che ha raccolto le testimonianze dei loro vicini. Il giovane era stato fermato dalla polizia due settimane fa e poi rilasciato. I vicini dei Jones affermano che oltre a lui c’era ospite un secondo giovane siriano, “molto silenzioso”.

Un altro tablioid, il Daily Mirror, cita alcuni vicini secondo i quali il ragazzo era stato fermato dagli agenti per “essere finito nei guai” proprio nelle vicinanze della stazione della District Line di Parsons Green dove venerdì è esploso l’ordigno improvvisato, che fortunatamente non è deflagrato completamente, perché in quel caso ci sarebbero state decine di morti e non di feriti.

Il Daily Mail aveva rivelato per primo che la casa dove sabato 16 settembre alle 14 locali (le 15 in Italia) le unità antiterrosimo avevano fatto irruzione a Canvendish Road a Sunbury-on-Thames, era di proprietà dei due benefattori che avevano cresciuto 268 bimbi adottivi tra cui anche l’attentatore.

Ma chi sono questi due benefattori? Si tratta di Penelope e Ronald Jones (71 e 88 anni). La coppia, per il loro meritevole impegno ricevettero da Elisabetta II nel 2009 la prestigiosa onorificenza di ‘Mbe’ (cavalieri del ‘The Most Execellent Order of the British Empire’, lo stesso di cui i Beatles vennero fatti ‘Officer’, Obe).

Dei 268 bambini allevati nella loro casa almeno 8 erano profughi da Iraq, Eritrea, Siria, Albania e Afghanistan.

Scrive Il Corriere della Sera:

“Penelope e Ronald Jones, (…) hanno preso in affidamento 268 minori. Da dieci anni aprono le porte di casa soprattutto a giovani profughi, bambini e adolescenti giunti in Gran Bretagna senza la famiglia. È qui che, stando alle prime indicazioni, viveva il 18enne che sarebbe responsabile per l’ordigno di Parsons Green, e potrebbe essere qui, nella villetta di Cavendish Road dei coniugi Jones, che è stata realizzata la bomba.

Rispettati e ben voluti dal vicinato, Penelope e Roland si ritrovano oggi al centro delle inchieste sull’attentato. Ieri sono stati evacuati assieme a un teenager che abita con loro. Qualche vicino indica che gli inquirenti abbiano trovato altro esplosivo nascosto in giardino e che quel ragazzo, ‘il grande dei due che abitavano con loro’, ‘aveva tanti problemi, era irrequieto, era stato sentito dalla polizia già due settimane fa ma la cosa non era andata oltre’.

Possibile che non si siano accorti di nulla? Sembrano vittime innocenti delle circostanze. ‘Sono due anime d’oro, sono anziani ma non si tirano mai indietro, farebbero qualsiasi cosa per aiutare gli altri’, ha detto un vicino. Accogliere ragazzi bisognosi di stabilità e calore familiare è stata, per i Jones, una grande soddisfazione, soprattutto nel caso di ragazzi stranieri. ‘La gente crede che la lingua sia un problema, ma non lo è’, aveva raccontato di recente Penelope, che ha a lungo lavorato in carceri giovanili: ‘Questi ragazzi hanno bisogni culturali diversi, abbiamo imparato a cucinare insieme, c’è rispetto reciproco per le nostre religioni'”.

Sulla carta sono una coppia buona come il pane. Spesso e volentieri hanno accompagnato i loro ragazzi al Ministero degli Interni per le verifiche burocratiche. Fanno, ovvero, più del dovuto. ‘Sono ragazzi che hanno incontrato tante difficoltà. Per fare un esempio, uno di loro ha perso la mamma, arrestata per via della sua fede. Ha lasciato il suo paese nel 2014, a piedi, è salito su un camion che lo ha portato sino a Calais. Aveva solo 15 anni’. Era orgogliosa dei suoi ragazzi. Li ha fotografati e messi in mostra su Facebook, facce allegre che bevono una tazza di té”.

(foto Ansa)