Attentato Londra, strage evitata di pendolari e bambini: caccia all’uomo della telecamera

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Settembre 2017 - 09:23 OLTRE 6 MESI FA
Attentato Londra, strage evitata di pendolari e bambini: caccia all'uomo della telecamera

Una foto tratta dal profilo Twitter di un passeggero della metro di Londra Thiva Karan (@iamThiva), Roma, 15 Settembre 2017.
+++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO’ ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++Attentato Londra, strage evitata di pendolari e bambini: caccia all’uomo della telecamera (foto Ansa)

LONDRA – Per fortuna la bomba di Londra si è inceppata, altrimenti sarebbe stata una strage (non ce ne vogliano gli oltre 20 feriti, ma è andata bene così). Per fortuna la bomba si è inceppata nella metro, all’altezza di Parsons Green, provocando “solo” qualche ustione in volto ad alcuni sfortunati passeggeri. Ma considerato l’orario (più o meno le 8.20 del mattino) in una giornata feriale, provate a calcolare la quantità di pendolari (i testimoni parlano di tantissimi bambini) e non che si apprestavano ad andare a lavoro. Ora la polizia di Scotland Yard è alla ricerca dell’uomo che ha lasciato il secchio con l’esplosivo (o forse sono due) ripreso dalle telecamere a circuito chiuso della metropolitana. L’Isis si è affrettato a rivendicare l’attentato, come fa sempre d’altronde in questi casi, ma non si può escludere a priori che l’autore possa essere stato un lupo solitario.

Francesca Paci su La Stampa fa il punto delle indagini fino a questo momento:

Di certo ci sono le telecamere a circuito chiuso che custodiscono l’andirivieni dei passeggeri del mattino, compreso il passaggio di chi tra il capolinea della District Line, Wimbledon, e Parsons Green ha depositato accanto alle porte d’ingresso di un vagone la busta di plastica bianca con dentro un secchio pronto a saltare in aria. È un tratto ridotto, sei fermate appena, tanto breve da far ipotizzare agli inquirenti che non fosse lì che doveva detonare né in quel modo casuale. Ancora un po’ e la metro sarebbe penetrata nel cuore di Londra, Notting Hill oppure Kensington, Westminster. E, soprattutto, un’esplosione diversa, meno «artigianale», non si sarebbe conclusa con 29 feriti ma avrebbe seminato la morte a raggiera.

Una vampata sprigionatasi “come una palla di fuoco” da un ordigno rudimentale collocato su un vagone della metropolitana ha fatto ripiombare oggi Londra nell’incubo del terrorismo. Il bilancio é di 29 feriti, nessuno dei quali in pericolo solo grazie al provvidenziale innesco anticipato del timer assemblato alla bell’e meglio con la sostanza esplosiva, una batteria e qualche luminaria natalizia in un secchio racchiuso poi in un bustone da supermercato low cost.

E la paura non é finita: la premier Theresa May ha annunciato l’innalzamento dell’allerta nazionale da ‘severo’ a ‘critico’, il livello più alto, che presuppone nuove minacce “imminenti”, nonché l’avvio dell’operazione Tempora e l’affiancamento dei militari alla polizia nel pattugliamento di obiettivi sensibili. La vicenda – seguita da una caccia all’uomo protrattasi per ore, ma anche da un singolare botta e risposta polemico fra Donald Trump e Theresa May, chiuso in serata da una telefonata ‘di riconciliazione’ – si é consumata di buon mattino, nel quartiere residenziale di Fulham, su un convoglio carico di pendolari e studenti. E a due passi dallo stadio del Chelsea, che ha annunciato misure extra di sicurezza in vista del big match con l’Arsenal di domenica.

A essere presa di mira, la linea verde (District Line), all’ altezza della stazione di Parsons Green. I testimoni, fra cui l’italiana Roberta Amuso, hanno raccontato d’una fiammata, quindi del fumo, della sensazione da topi in trappola. Non tutti hanno udito con chiarezza il boato, segno di una deflagrazione probabilmente solo parziale del marchingegno, come confermato in seguito da Scotland Yard. Mentre tutti si sono ritrovati nella calca quando all’apertura delle porte é scattato l’inevitabile fuggi fuggi: “Chi inciampava e cadeva per terra veniva calpestato. Sono stati attimi di vera paura”. Alla fine la conta dei feriti e dei contusi si é assestata quasi a quota trenta: i passeggeri più vicini al secchio esplosivo sono rimasti ustionati, con bruciature al volto non gravi; altri hanno riportato traumi nel pigia pigia. Le indagini sono state affidate immediatamente all’antiterrorismo.

E in serata é arrivata – tramite l’immancabile Site – il messaggio con cui l’Isis ha voluto mettere ‘il cappello’ sull’accaduto: accreditandone tuttavia la responsabilità a un “distaccamento”, invece che a “un soldato”, come é solito fare, in modo da lasciare immaginare l’azione coordinata d’una cellula. Sia come sia, l’allerta a Londra é alta. Il perimetro attorno Parsons Green é rimasto transennato per l’intera giornata, con diverse stazioni chiuse. Mentre vari edifici venivano evacuati, in un quartiere abitualmente quieto, abitato da molti italiani come da persone di Paesi musulmani.

Amos e Claudia, titolari del ristorante Gola, frequentato spesso da Antonio Conte e dai calciatori del Chelsea a un chilometro scarso dalle palazzine fra cui fa capolino il celebre stadio di Stanford Bridge, hanno raccontato dell’ansia di dover lasciare in fretta e furia stamattina il figlio di 8 anni alla vicina Holy Cross School: sbarrata per precauzione dagli agenti, come altre scuole, con gli alunni all’interno, “in lockdown”.

Un individuo sospetto é stato frattanto identificato, secondo SkyNews, grazie alle immagini di alcune delle telecamere a circuito chiuso disseminate per Londra sin dal 2005, anno dell’ondata di attentati più sanguinosi contro ‘tube’ e bus. Nelle stesse ore Theresa May ha convocato il comitato di emergenza Cobra, decidendo inizialmente di lasciare l’allerta nazionale al secondo gradino della scala dei rischi – ‘severo’, come dopo gli attacchi di Westminster e London Bridge – salvo elevarlo in serata a ‘critico’: vero e proprio allarme rosso, adottato di recente solo in seguito alla strage del 22 maggio a Manchester, e che fa pensare al timore d’una cellula organizzata ancora in giro. La premier aveva del resto parlato già nel pomeriggio di un’azione “vile” pianificata per causare “gravi danni”, a dispetto dell’armamentario apparentemente artigianale.

“Londra condanna gli odiosi individui che usano il terrorismo per distruggere il nostro modo di vivere… e, come ha dimostrato più volte, non si farà mai intimidire e sconfiggere”, le ha fatto eco in spirito di solidarietà nazionale il sindaco laburista della capitale, Sadiq Khan, confermando la caccia all’uomo in corso, senza precisare il numero dei ricercati. Non é mancato peraltro uno stizzito scambio di battute a cavallo dell’oceano con Trump. Il presidente degli Usa si era fatto vivo con uno dei suoi tweet per spronare Scotland Yard a essere “più reattiva” contro “malati e dementi”. Parole a cui la polizia del Regno ha opposto un infastidito ‘no comment’ e che, invece, May non ha esitato stavolta a bacchettare in pubblico: “Fare speculazioni con le indagini in corso – ha tagliato corto rivolta all’alleato Donald – non aiuta nessuno”.