Batterio killer, medici: “Si sta stabilizzando”

Pubblicato il 3 Giugno 2011 - 13:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Si stanno stabilizzando i casi provocati dal cosiddetto batterio killer e, contemporaneamente, salgono le tensioni. I 1.112 casi di infezione da Escherichia coli e i 502 della pericolosa Sindrome emolitica uremica (Seu) si sono verificati in 11 Paesi europei e negli Stati Uniti, ma tutti (ad eccezione di 2) ruotano intorno alla Germania settentrionale. Le vittime sono 18, delle quali 17 (tra confermate e presunte) in Germania.

”Nessun allarme in Italia”, ha detto oggi il ministro della Salute, Ferruccio Fazio in un’intervista a Sky. All’indomani del divieto all’importazione di verdure fresche dall’Unione Europea a causa dell’infezione provocata da un ceppo particolarmente aggressivo del batterio Escherichia Coli, la Russia oggi impone alcune condizioni. Tuttavia l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms) ribadisce oggi che ”non sono raccomandante restrizioni al commercio in relazione all’infezione”.

Sempre oggi il rappresentante dell’Unione europea in Russia, Fernando Valenzuela, ha detto che il divieto russo viola le norme dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) alla quale Mosca vuole aderire quest’anno. Assolti i cetrioli spagnoli, additati come colpevoli dalla Germania dopo la comparsa dei primi casi, nei laboratori di tutta Europa si sta lavorando per ricostruire l’origine dell’infezione. E’ proprio la conferma della causa che ha scatenato il batterio killer che la Russia pretende dall’Unione Europea, come condizione per ritirare il bando.

Mosca chiede inoltre all’Europa di dimostrare che la situazione e’ sotto controllo e di pubblicare una lista delle misure adottate per bloccare la diffusione dell’epidemia. Individuare la causa e’ la priorita’ indicata ieri sera, in una conversazione telefonica, dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal premier spagnolo Jose’ Luis Rodriguez Zapatero. La Germania continua ad essere il Paese piu’ colpito, con 11 vittime confermate e 6 sospette. Nell’arco di 2 giorni l’istituto Robert Koch di Amburgo, che sta seguendo l’infezione fin dall’inizio, ha registrato altri 50 casi.

Nel resto d’Europa il maggior numero di casi si registra in Svezia (28 infezioni e 15 Seu), seguita da Danimarca (10 e 7), Olanda (4 e 4), Gran Bretagna (4 e 3), Francia (6 infezioni), Austria (2 infezioni), Svizzera (2 infezioni), Repubblica Ceca (1 infezione), Norvegia (1 infezione) e Spagna (2 casi di Seu). Negli Stati Uniti di registrano 2 casi di Seu. ”Tutti questi casi, ad eccezione di 2, riguardano persone che risiedono o che hanno visitato recentemente la Germania settentrionale nel periodo di incubazione dell’infezione, pari a 3-4giorni”, rileva l’Oms in una nota.