Bielorussia, uccide con 56 coltellate una bimba di 8 mesi e la decapita: condannato a morte

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Febbraio 2020 - 15:05 OLTRE 6 MESI FA
Bielorussia, uccide con 56 coltellate una bimba di 8 mesi e la decapita: condannato a morte

Bielorussia, uccide con 56 coltellate una bimba di 8 mesi e la decapita: condannato a morte

MINSK  –  Ha colpito con 56 coltellate una bimba di otto mesi, per poi decapitarla, insieme alla madre della piccola. Per questo Viktar Syarhel, bielorusso di 48 anni, è stato condannato alla pena di morte. Verrà quindi giustiziato con un colpo di pistola alla nuca, come previsto dalla legge del Paese. A nulla è valsa la sua richiesta di grazia al presidente, Aleksandr Lukashenko. 

Oltre a Syarhel per questo infanticidio è stata condannata una sua amica di famiglia e madre della piccola vittima, Nataliya Kolb, 26 anni, che rischia 25 anni di carcere. In Bielorussia, infatti, la pena capitale viene eseguita solo agli uomini. 

Secondo quanto emerso al processo, Syarhel e Kolb si sarebbero ubriacati per poi accanirsi sulla bimba con una tale violenza che persino alcuni degli agenti di polizia arrivati sul posto si sono sentiti male quando hanno visto la scena. A trovare per primo il corpicino martoriato della piccola, però, è stato suo padre, Leonid Kolb, 28 anni, rientrato a casa insieme agli altri due figli della coppia, di quattro e sei anni.  “Era una scena da film dell’orrore – ha raccontato un vicino di casa – la dottoressa arrivata con l’ambulanza ha è svenuta quando è entrata in casa”. 

La Bielorussia è l’unico Paese europeo a praticare la pena di morte, e in condizioni più volte stigmatizzate dalle Organizzazioni non governative che si occupano di diritti civili. I condannati vengono avvisati dell’esecuzione la mattina stessa in cui questa viene fatta. Nessuno dei loro familiari viene avvertito, e questi non ricevono nemmeno il corpo dei loro cari. Non solo: non viene nemmeno comunicato loro il luogo della sepoltura. Da quando la Bielorussia è diventata indipendente, con la caduta dell’Unione Sovietica nel 1991, ad oggi oltre 400 uomini sono stati giustiziati. (Fonti: Daily Mail, Amnesty International)