Bruxelles, Salah doveva sparare in città mentre kamikaze…

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Marzo 2016 - 20:21 OLTRE 6 MESI FA
Bruxelles, Salah doveva sparare in città mentre kamikaze...

Bruxelles, Salah doveva sparare in città mentre kamikaze…

BRUXELLES – Doveva essere un’altra Parigi con Salah Abdeslam e i suoi due complici, Mohamed Belkaid e Amine Choukri, pronti a sparare e seminare terrore per le strade di Bruxelles mentre il commando partito dal covo di Schaerbeek avrebbe dovuto farsi saltare in aria in metro e all’aeroporto. Ma la sparatoria nel covo di Forest che ha portato alla cattura del ricercato Salah e alla morte di Belkaid ha di fatto impedito l’attuazione del piano nella sua interezza.

Lo riportano i media belgi che parlano di un piano analogo in tutto e per tutto agli attacchi di Parigi. Anche in questo caso ci sono due terroristi in fuga: a Parigi furono Salah Abdeslam e Mohamed Abrini, tuttora ricercato. Anche a Bruxelles il puzzle si fa di ora in ora più intricato: sono stati identificati i kamikaze dell’aeroporto, che si sono fatti esplodere a 40 secondi di distanza, Najim Laacrhraoui e Ibrahim El Bakraoui. Il fratello di quest’ultimo Khalid El Bakraoui si è invece “immolato” nella metropolitana.

Restano da identificare e trovare l’uomo col cappellino bianco immortalato dalle telecamere di video sorveglianza dell’aeroporto accanto ai due kamikaze esplosi e l’uomo che avrebbe accompagnato Khalid El Bakraoui alla stazione della metropolitana che dista pochi metri dalle sedi Europee. Le telecamere lo hanno ripreso mentre acquistava i biglietti insieme a Khalid e portava con sé uno zaino. Potrebbe essere in fuga oppure morto nell’esplosione.

Che Salah Abdeslam, arrestato venerdì in Belgio, stesse pianificando nuovi attentati a Bruxelles era già noto. Nel covo di Forest sono state trovate molte armi, armi pesanti. Eppure agli inquirenti Salah avrebbe detto di non conoscere i fratelli El Bakraoui. Secondo il quotidiano Le Monde, che ha incontrato Sven Mary, l’avvocato di Salah Abdeslam, sarebbe questa, in sintesi, la risposta di quest’ultimo alla domanda se conoscesse i due kamikaze di Bruxelles.

Una risposta fornita il giorno dopo il suo arresto e che Salah avrebbe ribadito senza esitazioni nei due interrogatori del 19 marzo, quindi prima che i fratelli Bakraoui si facessero esplodere a Zaventem e nella stazione di Maelbeek.

Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano Le Monde, l’avvocato Sven Mary avrebbe perso uno dei suoi più grossi clienti, un laboratorio farmaceutico che gli ha comunicato la fine del loro rapporto professionale. Cosa che angoscia l’avvocato. “Se quelli che gli danno da vivere se ne vanno sarà impossibile proseguire a lungo la difesa pro bono di accusati come Salah Abdeslam”, osserva Le Monde, chiedendosi però se quello di Sven Mary non sia solo un modo per abbozzare un’eventuale uscita di scena da un dossier diventato ancora più pesante e complesso dopo gli ultimi attentati.

Secondo Le Monde l’avvocato è lacerato dal dubbio che Abdeslam sapesse. Il giorno dell’attentato il penalista ha lavorato fino alle due di notte. Poi è tornato a casa, ad Anversa, percorrendo un’autostrada completamente deserta. “E’ il segno che sono davvero solo”, ha commentato. E Bruxelles “è stata colpita al cuore”. Ieri, il legale ha detto di essere stato aggredito da un individuo che lo accusava di difendere Salah.