A Bugarach alieni, arca, graal, atlantide e la salvezza dalla fine del mondo. Ma non c’è più posto. tutto prenotato

di Riccardo Galli
Pubblicato il 24 Febbraio 2011 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA

BUGARACH – C’è un paesino sperduto nel sud della Francia di nome Bugarach. Centonovantaquattro abitanti e quattrocentoventisette metri d’altezza ad ottocento chilometri da Parigi, grosso modo fra Carcassonne e Perpignano, nell’angolino sudorientale della Francia. Per arrivarci da Parigi bisogna prendere un aereo, poi un treno, poi un autobus e poi una macchina. Un paesino sperduto come ce ne sono tanti, detentore però di un singolare primato, sarà l’unico luogo del pianeta a sopravvivere alla fine del mondo.

Come tutti sanno, perché moltissimo se n’è parlato e molto ci si è ricamato sopra, vedi i “cialdoni” hollywoodiani sul tema, i Maya l’avrebbero prevista per il dicembre 2012, non si capisce bene se il 12 o il 21, ma questo è un particolare. Al contrario di quanto i più sanno, esiste però un luogo su questa terra che all’apocalisse generale sopravviverà, ed è Bugarach, o meglio la montagna che lo sovrasta, il Pech, versione occitana del Pic francese. Milleduecentotrentuno metri di roccia distribuita in modo bizzarro per uno scherzo della geologia. Perché il mondo debba finire dappertutto tranne lì sopra, non è dato saperlo. Le ipotesi sono le più disparate, il Pech sembra infatti collezionare leggende: secondo alcuni ci sarebbe un anomalo magnetismo (la montagna sarebbe un’enorme calamita e infatti gli aerei non possono sorvolarla, ma la Direzione generale dell’aviazione civile smentisce); secondo altri all’interno della montagna ci sarebbe una base di alieni, o l’Arca dell’Allenza o, ancora, il sepolcro di Cristo. Oppure il tesoro dei templari (più gettonato però nella vicina Rennes-le-Château, 80 abitanti e 100 mila visitatori), la sepoltura di Maria Maddalena, la terza dimensione, una città catara, Atlantide e via supponendo.

I creduloni nel mondo sono tanti, e ancor di più sono i curiosi, così Bugarach, da paesino sperduto, è diventato una meta turistica molto gettonata. I residenti, molto più pragmatici dei loro ospiti, per ora non se ne crucciano, anzi. Il sindaco di Bugarach, sentito da La Stampa, ammette “noi siamo la dimostrazione che con Internet il mondo è più connesso ma meno informato”. E spiega che la calata dei folli è un affare: “I prezzi di case e terreni sono triplicati. Hanno comprato molti stranieri, anche un giornalista finlandese”. Ma oltre a rappresentare una non indifferente fonte di guadagno, i turisti suscitano però anche qualche preoccupazione: “per il dicembre del 2012 potrebbero arrivare 10 mila persone. Ma qui ci sono in tutto 30 posti letto”. Per i giorni cruciali, è tutto fin d’ora prenotato, per lo più dall’estero. “E poi – prosegue il sindaco – ben vengano i turisti esoterici o i cercatori di tesori. Siamo abituati: negli anni settanta c’erano processioni di hippies vestiti di bianco che attraversavano il paese diretti alla montagna salmodiando in lingue sconosciute. Ma non vorrei vedere qui le sette apocalittiche. Già due anni fa, sul Pech, un tale tentò di suicidarsi con una spada da samurai dopo una strana cerimonia di purificazione”.

Come se non bastassero il Graal, l’Arca dell’Alleanza, gli Alieni e i puffi, viene ricordata anche la profezia di tal Guillaume Bélibaste, un cataro arso vivo nel 1311 nella vicina Villerouge, che proclamò: “Fra 700 anni questo lauro rifiorirà”. Milletrecento più settecento, i conti tornano, anno più anno meno. E in epoche meno remote anche Verne aveva previsto tutto o quasi. Infatti un capitano Bugarach è fra i personaggi di un suo romanzo, “Clovis Dardentor” del 1896, dove Dardentor è il facile anagramma di d’or ardent, ardente d’oro, evidente riferimento al tesoro dei templari che in zona sarebbe custodito. Dalla letteratura al cinema anche Steven Spielberg si sarebbe ispirato alla “montagna sacra” per il suo “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, dove proprio una montagna è il fulcro del contatto con gli alieni. In America si vendono già viaggi organizzati, badate bene andata e ritorno, inguaribili ottimisti, e quello che resta da chiedere al sindaco è se è vero, come hanno scritto alcuni giornali, che nell’ordine del giorno del consiglio comunale è stato inserito il punto “fine del mondo”.