Commesse obbligate ad esibire la taglia del proprio reggiseno

Pubblicato il 8 Novembre 2011 - 20:48 OLTRE 6 MESI FA

COPENAGHEN – “Scrivi quanto porti di reggiseno vicino al tuo nome”. Una marca scandinava di nome Change è finita sotto i accusa per aver adottato una politica aziendale che obbliga le impiegate a rivelare la propria taglia di reggiseno accanto al nome sulla targhetta.

Sarà capitato a tutti di incappare in una commessa dall’atteggiamento non esattamente customer friendly: una di quelle particolarmente insistenti che mette a disagio i possibili acquirenti e li costringe infine alla fuga mentre è andata in magazzino a cercare la vostra taglia. In Danimarca invece può succedere che in un negozio di lingerie sia la stessa commessa a vivere situazioni scomode.

Le dipendenti indignate di Change hanno presentato una querela contro il marchio danese perché sono diventate oggetto di molestie sessuali. Un assistente di vendita anonima ha dichiarato al giornale svedese Handelsnytt: “Ci sono vecchi sporcaccioni che entrano in negozio solo per guardare la mia dimensione di coppa”. “Perché mai tutti dovrebbero poter accedere a un certo tipo di informazioni? I ragazzi che vendono biancheria intima non lo fanno”.

Ma alla Change sono sconcertati dalle denunce e sostengono che l’iniziativa serve solo ad aiutare i clienti a scegliere le taglie. “Non capisco come possa essere considerata degradante – ha detto la CEO dell’azienda, Susan Haglund – e poi indicare il nome con la taglia di reggiseno è una decisione volontaria”.

Falso, ha ribattuto un’altra commessa, perché all’atto dell’assunzione i dipendenti vengono invitati a firmare un documento che dice che “il cartellino con il nome e la taglia va sempre indossato”. Il gesto è da ritenersi tutt’altro che volontario.