Coronavirus modello svedese: niente lockdown: “Saremo più forti per l’autunno”

di Giampaolo Scacchi
Pubblicato il 12 Maggio 2020 - 07:58 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus modello svedese: niente lockdown: "Saremo più forti per l'autunno"

Coronavirus modello svedese: niente lockdown: “Saremo più forti per l’autunno” (foto ANSA)

Coronavirus, il modello svedese (e portoghese): niente lockdown.

Ci sarà crisi, ma meno che da noi, ci sono stati morti, ma meno che in Lombardia.

E alla prossima ondata di Covid-19, in autunno, gli svedesi staranno meglio di tutti in Europa. Questo almeno è quanto crede Anders Tegnell, epidemiologo svedese che ha ideato la strategia no-lockdown. E Giampaolo Scacchi riferisce.

Nel primo trimestre 2020, i primi dati sul PIL della Svezia hanno indicato che almeno a marzo ha registrato risultati migliori di gran parte dell’UE. Ovvero un calo di appena lo 0,3% rispetto al 3,8% dell’eurozona.

Non saranno rose e fiori nel prosieguo del 2020. Gli economisti sostengono che sul lungo termine è improbabile che la Svezia possa sfuggire alla grave sofferenza economica del resto dell’Europa. La Commissione europea prevede che quest’anno il PIL svedese diminuirà del 6,1%.

La Riksbank, banca centrale del paese, fa previsioni ancora più cupe. Stima che il PIL avrà una contrazione del 7-10%, con un picco di disoccupazione compreso tra il 9 e il 10,4%.

Una ragione importante è che la Svezia è una piccola economia aperta con una grande industria manifatturiera. Ed è un’economia strettamente legata a quella tedesca.

La Svezia dipende ancora dalla domanda e dalle catene di approvvigionamento in altri paesi. Riguardo all’assenza di lockdown, un economista ha affermato:”Fare il contrario del resto del mondo comporta un vantaggio limitato”.

Volvo Group e Volvo Cars, rispettivamente produttori di camion e automobili, sono stati costretti a interrompere la produzione per diverse settimane. Non a causa delle circostanze in Svezia ma per la mancanza di pezzi e la difficoltà nelle catene di approvvigionamento situate in Europa.

La Svezia ha rifiutato di seguire l’esempio di altri paesi europei. Come ad esempio chiudere causa coronavirus le sue scuole primarie e le materne. Oppure vietare alle persone di uscire di casa. La tesi è che adottare “misure drastiche” non era sostenibile e avrebbe danneggiato inutilmente l’economia.

In Svezia, le scuole primarie e secondarie, i ristoranti, i bar e i negozi sono per la maggior parte aperti, nonostante il coronavirus. Le autorità sanitarie contano sul distanziamento sociale volontario e sulle persone che scelgono di lavorare da casa.

Le scuole per over 16 e le università sono chiuse e sono vietate le riunioni con più di 50 persone ma tuttavia rispetto a qualsiasi altro paese dell’UE rimane un approccio più rilassato.

Secondo Anders Tegnell “la decisione sul lockdown non aveva una base scientifica”, in particolare quella riguardante la chiusura delle scuole.

Ritiene che non ci siano prove che i bambini rappresentino una delle principali cause di contagio.

Tegnell sostiene che i leader europei, temendo che i rispettivi sistemi sanitari vengano sopraffatti, abbiano pensato di dover imitare l’approccio della Cina.

La Cina fu il primo paese a mettere il lockdown totale a causa dell’epidemia.

Il risultato è che la Svezia, con una popolazione di 10 milioni di persone, ha avuto 3.220 decessi più del triplo del numero nella vicina Danimarca, Finlandia e Norvegia. I tre Paesi, in totale tra loro hanno una popolazione di 15 milioni di persone.

Ma fra un quarto e un quinto della Lombardia che, con una popolazione analoga, ha registrato oltre 14 mila morti.

In questa fase della pandemia, le statistiche sulla morte pro capite mostrano che la Svezia è dietro solo a Regno Unito, Italia, Belgio e Spagna.

In Svezia, i dati sull’uso dei trasporti pubblici, delle carte di credito e dei ristoranti mostrano un’enorme flessione poiché le autorità esortano le persone a lavorare da casa, quando è possibile, e a mantenere il distanziamento sociale.

Ma il calo è stato meno brusco rispetto ad altri paesi in totale lockdown.  

Tegnell stima che a Stoccolma, entro la fine di maggio, il 40% delle persone sarà immune al Covid-19 dando così al paese un vantaggio contro un virus con il quale “dovremo convivere per a lungo”.

Quando, in autunno, ci sarà una seconda ondata, la Svezia avrà un alto livello di immunità e il numero di casi sarà probabilmente abbastanza basso”, ha dichiarato Tegnell al Financial Times.

“Ma la Finlandia avrà un livello molto basso di immunità. Dovrà rientrare in totale lockdown?”.

La speranza di molti paesi è di poter contenere la diffusione fin quando non sarà scoperto un vaccino.

Ma ci vorranno “anni” per svilupparne uno e prima che possa essere somministrato a un’intera popolazione.

Secondo Tegnell, “ci vorrà molto più tempo di quanto pensiamo. E alla fine, non sappiamo quanto sarà efficace. È un’altra ragione per mettere in atto una politica sostenibile”.

Come in Italia, anche in Svezia il tasso più elevato di mortalità è stato nelle case per anziani. In Svezia, Tegnell dà la colpa ai “problemi di qualità” di chi fornisce assistenza, spesso aziende private.

In Italia, invece li hanno infettati imbottendo le case di cura di malati di coronavirus.