Coronavirus, seconda ondata potrebbe causare 120mila morti in Gran Bretagna: l’allarme di uno studio inglese

di Caterina Galloni
Pubblicato il 14 Luglio 2020 - 13:41 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus in Gran Bretagna, foto Ansa

Coronavirus, seconda ondata potrebbe causare 120mila morti: l’allarme di uno studio inglese (foto Ansa)

Nel Regno Unito la seconda ondata di coronavirus potrebbe uccidere 120.000 persone e mandare in tilt il SSN.

E’ quanto emerge da un nuovo e inquietante rapporto del Britain’s Academy of Medical Sciences (AMS). Se da settembre l’indice R salirà a 1,7, una seconda ondata in inverno con il clima più freddo e la tendenza a trascorrere più tempo al chiuso con altre persone, potrebbe rivelarsi catastrofica e raddoppiare il numero dei decessi per coronavirus.

Stephen Holgate, professore e co-autore del rapporto della British Academy of Medical Sciences, ha affermato che un secondo focolaio “potrebbe essere più grave di quello appena vissuto”.

Ha tuttavia precisato:

“Non è una previsione ma è una possibilità”.

“Il prossimo inverno con una nuova ondata di Covid-19 i decessi potrebbero essere più alti ma intervenendo immediatamente, il rischio che ciò accada potrebbe essere ridotto”.

Nel Regno Unito l’attuale bilancio delle vittime di casi confermati è di circa 45.000 persone, il più alto in Europa.

Secondo un conteggio di fonti ufficiali di dati, considerando anche i casi sospetti, sono morte più di 55.000 persone.

L’AMS ha affermato che esiste un “alto livello di incertezza” su come evolverà l’epidemia nel Regno Unito.

Nell’ipotesi peggior da settembre l’indice R potrebbe salire a 1,7.

L’indice R esprime il numero atteso di nuove infezioni originate da un singolo individuo nel corso del suo intero periodo di infettività.

Nel Regno Unito attualmente tra 0,7 e 0,9 e il numero giornaliero di casi positivi e decessi sta diminuendo.

L’indice R superiore a 1 può portare a una crescita esponenziale.

Secondo il rapporto AMS, tra settembre 2020 e giugno 2021 la stima è di 119.900 decessi in ospedale.

Più del doppio di quelli che si sono verificati durante la prima ondata.

Anne Johnson, vice-presidente AMS ha affermato che in inverno una brutta stagione influenzale combinata con un ampio numero di pazienti che soffrono di malattie pregresse croniche, aumenterebbe la pressione sui servizi sanitari, e ha sottolineato la necessità di prepararsi già da ora.

“Il Covid-19 non è andato via. Il prossimo inverno dobbiamo fare tutto il possibile per rimanere in salute”. (Fonte: Mirror)