Svizzera, esercito al confine: “Così arginiamo i migranti da crisi”

Pubblicato il 16 Ottobre 2012 - 12:06 OLTRE 6 MESI FA
Lapresse

BERNA – La Svizzera ha un incubo nascosto, quello dell’arrivo in massa di italiani, francesi o di altre nazionalità, spaventati dalla crisi economica, alla ricerca di lavoro, o chissà per altro. Un incubo, quello elvetico, divenuto reale, con la Svizzera che pre­para l’esercito. Nel mese di set­tembre i repar­ti dell’Armata rosso-crociata impegnati nel­le grandi mano­vre (più o me­no 2000 uomi­ni) hanno do­vuto fare fronte “all’implosione dell’area euro”.

Il ministro della difesa Ueli Maurer ha calcato i toni: “Non escludo che nei prossimi anni avremo bi­sogno dell’esercito”.Come prima con­tromisura concreta il comandan­te i­n capo delle forze armate ha an­nunciato un piano per la creazio­ne di quattro battaglioni di polizia militare pronti a presidiare le fron­tiere.

Tanta drammatizzazione ha certo a che fare con la tradizionale prudenza dei nostri vicini svizze­ri. Ma c’entra anche con le esi­genze del ministero della Difesa di Berna che deve convincere opi­ni­one pubblica e Assemblea fede­rale a stanziare i finanziamenti per gli investimenti dei prossimi anni. Prima di tutto i 5 miliardi di franchi ogni 12 mesi necessari a mantenere una forza da 100mila uomini. Senza contare i soldi ne­cessari per l’acquisto dei nuovi co­stosi aerei da combattimento, gli svedesi Gripen (Grifone).