Un funzionario bulgaro è stato licenziato dopo essere stato beccato a mungere una mucca virtuale di Farmville. Cari gli sono costati i minuti dedicati alla piccola azienda agricola online, per la quale il dipendente doveva occuparsi delle colture, alimentare gli animali e assicurarsi che i campi venissero arati. Una piccola distrazione può mettere a rischio il duro lavoro nei campi virtuali, ma quei pochi minuti gli sono costati il posto.
Per il funzionario bulgaro Farmville era diventata una parte della sua vita quotidiana. E non è il solo. Il gioco è stato lanciato nel giugno 2009, da allora più di 80 milioni di persone vi hanno aderito, anche se non tutti in modo regolare. Il successo ottenuto ha portato il gioco perfino a staccarsi da Facebook e lanciare un proprio sito web.
Il gioco è semplice: gli utenti si fingono agricoltori virtuali con il proprio appezzamento di terreno. Il compito è quello di coltivare e tenere gli animali. Così si ottengono punti se le piante non si seccano e gli animali non muoiono. Farmville ha anche un elemento di concorrenza. Si tratta di avere la migliore azienda e guadagnare più soldi per provvedere al suo mantenimento. Ma si può anche cooperare con altri utenti, interagire con le aziende degli amici aiutandoli ad annaffiare e a dare da mangiare agli animali.
Farmiville ha fatto la sua fortuna su Facebook e nello stesso tempo ha ampliato gli utenti del socialnetwork. Secondo alcune ricerche la fattoria virtuale ha avuto anche effetti benefici geerando un reale interesse per l’agricoltura. Negli Stati Uniti, infatti, Farmville viene visto come un possibile modo di attirare i giovani nel mondo agricolo. Ma alla Scottish Agricultural College di Aberdeen, Alison Campbell, che tiene lezioni in agricoltura, dice il parallelismo tra il mondo reale e on-line sono limitati.
In una fattoria virtuale, infatti, tutto si basa sulla gratificazione immediata, non si devono aspettare sei mesi per mangiare le melanzane o cogliere i fiori per metterli nel vaso del salotto.