Dopo la Pinar Italia e Malta si rimpallano altri due barconi di immigrati

Pubblicato il 6 Maggio 2009 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA

Si profila un nuovo caso internazionale tra Italia e Malta dopo quello della nave “Pinar” il mese scorso. Due barconi con circa 140 clandestini a bordo, hanno lanciato una richiesta di soccorso tramite telefono satellitare. Le imbarcazioni si trovano a 50 e 60 miglia sud-sud/est di Lampedusa. Una nave cisterna italiana, la “Ievoli”, in navigazione nel canale di Sicilia, si sta dirigendo verso i due barconi. L’informazione di soccorso è stata trasmessa dalla Guardia Costiera Italiana alle autorità maltesi, che hanno chiesto al comandante della “Ievoli” di dirigersi verso i due barconi. Infatti le due imbarcazioni si trovano in un tratto di mare di competenza, per quanto riguarda il soccorso marittimo, di Malta.

Sorgono comunque dubbi e polemiche sugli aiuti, infatti, dopo la richiesta di soccorso lanciata dai due barconi, la Guardia Costiera Italiana ha fatto sapere di avere informato Malta, in quanto autorità coordinatrice dei soccorsi. «La chiamata di soccorso è stata fatta direttamente dagli immigrati alle autorità italiane», ha spiegato però un portavoce del ministero dell’Interno di Malta. La Capitaneria di porto ha confermato di avere ricevuto le richieste di aiuto e di averle però smistate a Malta, in quanto responsabile dei controlli nella zona di mare dove sono stati segnalati i due barconi, rispettivamente a 45 e 56 miglia da Lampedusa.

Il primo ministro maltese Lawrence Gonzi sulla vicenda ha detto: «L’Italia è intransigente nei contronti di vite umane, sono disgustato». Dall’Italia arriva la risposta: «Vorrei ricordare – ha dichiarato il sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi, a margine del primo forum delle Guardie Costiere del Mediterraneo apertosi stamani a Genova – che la Guardia Costiera italiana è l’unica che recupera i naufraghi anche in acque non territoriali e lo fa con grandissima umanità e spirito di servizio e facendo veramente un grande lavoro che non fanno altri governi di paesi che si affacciano sul Mediterraneo».