Fantasmi e fotografie spiritiche per comunicare con l’aldilà: negli anni ’20 ci credevano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Gennaio 2017 - 06:59 OLTRE 6 MESI FA
Fantasmi e fotografie spiritiche per comunicare con l'aldilà: bufala...degli anni '20

Foto di William Hope (Fonte Wikipedia)

ROMA – Fantasmi e fotografie spiritiche per comunicare con l’aldilà: negli anni ’20 ci credevano. Nel secondo decennio del Novecento la fotografia era ancora un tipo di arte semi sconosciuta ai non addetti al settore. Non mancò chi decise di sfruttare questa ignoranza generale per fare business. Nacque la figura del fotografo-medium, che si presentava come colui che poteva “catturare” possibili presenze paranormali al fianco di chi veniva fotografato.

Il presunto fantasma appariva solo nello scatto e non era visibile a occhio nudo. L‘immagine spettrale era in realtà frutto di un particolare tipo di tecnica di sovrapposizione tra diverse immagini. Ma i committenti delle foto, ignari del processo fraudolento, erano convinti di avere al loro fianco dei veri e propri fantasmi, magari parenti defunti, con i quali si tentava di comunicazione tramite la foto tarocca.

L’inglese William Hope (n. 1863 – m. 1933) è considerato il pioniere della fotografia spiritica. Realizzò la sua prima foto in cui sostenne di vedere uno spirito nel 1905. In seguito fondò il Crewe Circle, gruppo spiritualista, che presiedeva lui stesso. Tra i sostenitori ed estimatori di Hope c’era anche lo scrittore Arthur Conan Doyle, che si rifiutò di considerare Hope un truffatore.

“Nel 1897 c’erano otto milioni di seguaci della fede spiritista negli Stati Uniti e in Europa – soprattutto nelle classi medio alte – ha dichiarato al Daily Mail Sarah Ledjmi, che lavora al National Media Museum di Bradford (Regno Unito). L’esperta ha spiegato:

“Credevano (i seguaci dello spiritismo, ndr.) alla possibilità di comunicare con le persone dopo la morte e che le anime delle persone non erano morte, ma continuano a vivere e potevano manifestarsi al medium. C’era questa idea che la fotografia potesse diventare il mezzo attraverso il quale gli spiriti potevano apparire e comunicare con i vivi. (…) La gente era irremovibile nel riconoscere una moglie o un padre. Alcune delle immagini non avevano un volto ben definito, quindi forse è per questo che la gente vi riconoscere i propri parenti”.