Francia: 60 monaci in ostaggio, poi liberati. Uccisa la custode, killer in fuga

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Novembre 2016 - 00:26 OLTRE 6 MESI FA
Francia, uomo armato asserragliato in una casa di riposo per monaci

Francia, uomo armato asserragliato in una casa di riposo per monaci

PARIGI – Un uomo armato e incappucciato ha fatto irruzione in una casa di riposo per religiosi a Montferrier-sur-Lez, nel sud della Francia. Un’operazione delle teste di cuoio ha tratto in salvo tutti i monaci e le suore presi in ostaggio. L’uomo è ora in fuga. Trovata una donna uccisa.

I circa 60 religiosi che vivevano nella casa per anziani, dopo una vita da missionari in Africa, si sono trovati di fronte all’incontrollabile furia di un uomo armato, incappucciato.

L’uomo, generalità e movente ignoti, ha fatto irruzione nel centro, vicino a Montpelllier, armato di un fucile a canne mozze e di un coltello . Si è asserragliato intorno alle 22. Ha prima legato e imbavagliato, poi ucciso con diverse coltellate la custode che gli aveva aperto la porta.

Un reparto speciale di gendarmeria, entrato nella casa di riposo dove si era trincerato l’uomo è riuscito poi a trarre in salvo tutti i monaci. Nulla da fare per la povera custode. 

Al momento la prefettura propende per la semplice “azione criminale”, un movente di delinquenza comune o di follia. Ma la pista terroristica “non è esclusa”. E la mente corre inevitabilmente al luglio scorso quando, sempre in Francia, due uomini diedero l’assalto alla chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray, vicino a Rouen, prendendo in ostaggio due suore e due fedeli. L’anziano parroco, Jacques Hamel, 86 anni fu sgozzato. L’attacco era stato subito rivendicato dall’Isis.

L’uomo, armato, viene cercato ovunque, nelle cantine, negli edifici adiacenti. I 60 monaci, le suore, i cinque o sei impiegati laici che lavoravano in quel momento nella casa di riposo, sono stati messi in salvo dai reparti speciali.

I primi ad arrivare sono stati una quindicina di teste di cuoio del gruppo Psig-Sabre, di stanza nella regione. Raggiunti da gendarmi e da uomini del Raid di Lunel e di Montpellier. Un meccanismo voluto – dopo gli attentati del 13 novembre – dal ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve: qualsiasi luogo della Francia, anche il più sperduto villaggio in campagna, deve essere sempre raggiungibile da un reparto antiterrorismo entro 20 minuti al massimo.

A telefonare alla polizia, pochi minuti dopo l’irruzione, è stata la donna poi uccisa. Probabilmente è stata legata e imbavagliata dopo che il killer si è accorto che aveva dato l’allarme. Quindi l’omicidio, commesso con una serie di coltellate, ripetute. Il cadavere, in un lago di sangue, è stato ritrovato al piano terra dalle teste di cuoio.

I tre piani dell’edificio sono stati “bonificati” uno dopo l’altro, gli anziani monaci, a gruppi – prima di 15, poi di 30 – sono stati messi in salvo. Ma dell’uomo, che ha agito da solo, nessuna traccia.

In giornata, da fonti della polizia erano trapelati possibili obiettivi del gruppo di terroristi arrestati nella notte fra sabato e domenica scorsi fra Strasburgo e Marsiglia: tutti a Parigi e dintorni, dagli Champs-Elysees con i suoi mercatini di Natale a Disneyland Paris, poi diverse chiese, la sede della prefettura di polizia, una fermata della metropolitana e i bistrot del XX arrondissement. Appena superato il primo anniversario delle stragi del 13 novembre, la Francia sembra essere subito ripiombata nel clima di paura che si respira nel paese ormai da due anni.