ROMA – Cinquemila militari schierati a difesa della scuole ebraiche. Diecimila in tutto il Paese per difendere obiettivi sensibili. E 6 terroristi ancora in fuga a cui dare la caccia.
La Francia sta reagendo dopo i terribili attentati della scorsa settimana: i morti al Charlie Hebdo, la caccia ai killer, gli altri morti nel supermarket kosher e l’uccisione, infine, dei tre autori, i fratelli Kouachi e Ahmedy Coulibaly.
E intanto Charlie Hebdo torna in edicola con una tiratura eccezionale di 3 milioni di copie, contro le consuete 60 mila, e con Maometto di nuovo in prima pagina. Nella vignetta il profeta dell’Islam piange e dice: “Je suis Charlie. Tutto è perdonato“.
Ma le minacce di Al Qaida tornano a farsi sentire, con i jihadisti che avvisano la Francia:
“La Francia resta esposta al peggio finché i soldati restato in Mali e bombardano Siria e Iraq e la stupida stampa offende Maometto”.
CACCIA AI TERRORISTI – Il primo obiettivo, oltre alla difesa degli obiettivi di possibili futuri attentati, è stanare i complici dei terroristi. I quali, è cosa certa, non hanno fatto tutto da soli. I tre erano in contatto, si conoscevano e avevano concordato un’azione terroristica in più fasi. Ma chi li ha aiutati? Chi, per esempio, ha filmato e messo in rete il video di rivendicazione di Coulibaly? I primi sospetti sono andati sulla compagna, tuttora ricercata, Hayat Boumeddiene: ma è stato appurato che è andata via dalla Francia il 2 gennaio ed è arrivata in Siria probabilmente l’8.
Ma non finisce qui. Raccontano gli ostaggi sopravvissuti che Coulibaly, al momento dell’irruzione del negozio, aveva con sé un portatile e indosso una telecamera di tipo GoPro. Voleva un filmato dell’azione e lo ha verosimilmente fatto. E poi ha mandato delle email. A chi ha mandato quel filmato? La risposta più probabile e allo stesso tempo più inquietante è che il girato di Coulibaly sia in mano all’Isis.
Inevitabile, quindi, che i fanatici del califfato lo ripropongano come video propaganda. Manuel Valls, primo ministro francese, ha detto senza mezzi termini: “La caccia continua. Uno dei terroristi aveva certamente un complice”. Parlando ai microfoni di RMC e a BFM-TV, il primo ministro ha aggiunto: “Bisogna rimanere in guardia, perché sappiamo che le minacce sono sempre presenti”.
La polizia continua la ricerca nell’area di Parigi di una Mini Cooper intestata ad Hayat Boumediene, la vedova di Coulibaly, alla cui guida sarebbe stato avvistato uno dei complici. Insomma, la caccia non è finita. E’ appena cominciata.
NUOVA MINACCIA DA AL QAIDA – Una nuova minaccia di Al Qaida nel Maghreb islamico e rivolta alla Francia è stata pubblicata il 12 gennaio e ripresa dai media online:
“Finché i soldati (francesi) occupano paesi come Mali o Centrafrica e bombardano la nostra gente in Siria e in Iraq, e finché la sua stupida stampa continuerà a offendere il Profeta, la Francia s’esporrà al peggio”.
Nel video l’arrivo di Hayat Boumeddiene all’aeroprto di Instanbul, il 2 gennaio scorso.
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