Gran Bretagna: pausa sigaretta scalata dallo stipendio. Fumatori in rivolta

Pubblicato il 3 Novembre 2010 - 19:53 OLTRE 6 MESI FA

Ok a chi fuma durante l’orario di lavoro ma a una condizione: il tempo dedicato alle ‘bionde’ deve essere comunicato ai superiori per un ‘ritocco’, in negativo, sulla busta paga.

E’ accaduto in una cittadina nei pressi di Norfolk, in Gran Bretagna, dove i dipendenti del comune si sono visti decurtare lo stipendio per i minuti persi a scendere in strada per la ‘pausa sigaretta’. Per i fumatori quella intrapresa dal municipio di Breckland, a nord di Londra, è però una misura ”tirannica”.

Per nulla d’accordo William Nunn, il presidente Tory del Consiglio muinicipale, secondo cui la nuova policy assicura ”giustizia per tutti”. E’ da tre anni che in Inghilterra e nel Galles è  entrato in vigore il ‘vietato fumare’ in luoghi pubblici e da allora per i fumatori non c’è  altra scelta che parcheggiarsi fuori dagli uffici per togliersi il gusto di una sigaretta.

Ma la ‘pausa fumo’ per il 22 per cento dei britannici che non hanno rinunciato ‘alle bionde’ potrebbe essere in via di estinzione se operazioni come quella decisa a Breckland dovessero prender piede. A Breckland, dove la decisione interessa 280 dipendenti, si chiede ai dipendenti di cronometrare il tempo che si sono presi per uscire a fumare e di comunicarlo ai superiori per una ‘limatina’ della busta paga.

E’ la prima volta che viene imposta una regola simile in tutta la Gran Bretagna e il movimento dei fumatori ha imbracciato le armi. E’ una colossale ”ingiustizia”, e una prova della ”tirannia della maggioranza”, ha protestato l’organizzazione Forest (Freedom Organisation for the Right to Enjoy Smoking Tobacco) che si batte in difesa del diritto al fumo: ”E adesso introdurranno l’orologio anche per la gente che passa tempo su Internet, su Facebook, o al telefono con la famiglia, o che sparisce per una una tazza di caffe’? Chi fuma spesso lo fa per aiutarsi a concentrarsi meglio”, ha detto il direttore Simon Clark.

Critica anche la TaxPayer’s Alliance, secondo cui la mossa di Breckland potrebbe essere controproducente anche dal punto di vista della produttivita’: ”Non si incrementa il rendimento dei lavoratori quando si fa del micro-management di ogni loro mossa”. La risposta di Nunn? ”E’ un fatto di equità. Se uno vuole una sigaretta deve farlo nel suo tempo libero, non a spese del contribuente o a scapito degli altri colleghi non fumatori che restano inchiodati alla scrivania”.

[gmap]