Funghi porcini rubati e rivenduti sottocosto: agricoltori francesi vs immigrati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Novembre 2013 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA
Funghi porcini rubati e rivenduti sottocosto: agricoltori francesi vs immigrati

Funghi porcini rubati e rivenduti sottocosto: agricoltori francesi vs immigrati

PARIGI – Funghi porcini rubati dai sottoboschi francesi e rivenduti a prezzi stracciati in Spagna. Oltre l’80% del raccolto di 50 tonnellate di funghi, secondo il servizio forestale, sarebbero stati rubati dai cittadini romeni e bulgari presenti in Francia. Funghi quindi colti illegalmente e rivenduti sottocosto che mettono a rischio le attività francesi che commerciano in porcini. Gli agricoltori così hanno organizzato una protesta contro il commercio illegale di funghi e chiedono tutele, lanciano una vera e propria “campagna di Francia” contro i ladri, con tanto di pattuglie anti-raccolta illegale.

I cittadini Bulgaria e Romania, racconta il New York Times, arrivano a bordo di minivan nei sottoboschi e si accampano senza autorizzazioni. Poi iniziano la raccolta dei funghi, raccolta che spetterebbe alle aziende, e li rivendono a prezzi bassissimi in Spagna, dove i porcini sono molto usati in cucina.

Un furto diventato consuetudine ormai dal 2004, ma contro cui gli agricoltori francesi sono pronti a lottare. Tra questi c’è Guy Sant, “cacciatore” autorizzato di funghi selvatici e rivenditore, che spiega al New York Times come la sua attività sia a rischio: negli anni in autunno i suoi dipendenti raccoglievano fino a 60 tonnellate di funghi, ma nel 2013 ne hanno trovati e raccolti solo 16 tonnellate. Un numero ben inferiore alle richieste del mercato europeo e che mette a serio rischio il suo lavoro.

E Sant non è il solo la cui attività rischia la chiusura. Gli agricoltori ora si muovono per essere tutelati, perché la raccolta di funghi in terre private costituisce di per sé un reato, almeno per quanto riguarda la violazione di domicilio. Se invece i funghi vengono raccolti in boschi statali il reato non c’è, ma la raccolta selvaggia resta.

Jean Carle, presidente di Champi-Fruits des Boits, spiega al New York Times che ora i proprietari di “terre da funghi” si sono organizzati in pattuglie per evitare la raccolta illegale, anche nei boschi pubblici, perché “prendere qualche fungo e fare una passeggiata nei boschi non è vietato, ma ne stanno raccogliendo quantitativi astronomici”. Una situazione che per gli agricoltori e venditori dei pregiati funghi porcini francesi non è più sostenibile.