ROMA – “Gabriele Del Grande è libero. Gli ho parlato adesso sta tornando in Italia. Ho avuto la gioia di avvisare i suoi familiari. Lo aspettiamo”. Lo ha scritto questa mattina il ministro degli Esteri Angelino Alfano in un tweet. Del Grande è poi atterrato in Italia, a Bologna, lunedì mattina, riabbracciando fidanzata e famiglia. “Sto bene, il problema è stata la detenzione, la privazione della libertà personale. Non ho subito alcun tipo di violenza”, ha detto. Del Grande ha quindi spiegato: “Sono stato vittima di una violenza istituzionale. Quello che mi è successo è illegale, un giornalista privato della libertà mentre sta svolgendo un lavoro in un paese amico”.
“Questa notte il collega ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu mi ha comunicato la decisione. Lo ringrazio”. L’ha aggiunto Alfano, sempre via Twitter.
Si tratta di uno dei rari successi conseguiti da un Governo italiano nel campo dei rapporti istituzionali. È un segno concreto che il lavoro fatto da Paolo Gentiloni negli anni in cui è stato ministro degli Esteri ha dato i suoi frutti. Anche Alfano ha fatto bene, meglio di quando era agli Interni, il che vuol dire ancora una volta che la mano del capo del Governo, discreta ma ferma, ha guidato bene. Sarebbe forse il caso che se ne vantassero di più.
Gabriele Del Grande è il regista e blogger di Lucca arrestato e detenuto in Turchia dove era andato per raccogliere materiale per un libro sui profughi siriani rifugiati nella provincia sud orientale dell’Hatay. Del Grande – dopo tredici giorni trascorsi senza vedere nessuno – ha continuato a nutrirsi anche se solo con liquidi e che pur continuando a rifiutare il cibo non ha messo in atto misure più drastiche.
Il blogger toscano, che era in isolamento, solo pochi giorni fa ha potuto finalmente incontrare e parlare abbastanza a lungo con il console italiano a Izsmir Luigi Iannuzzi e con l’ avvocato turco esperto in diritti umani Taner Kilic e questo deve avergli un po’ alzato il morale e convinto a proseguire nell’assumere bevande anche se non rinforzate da vitamine o integratori.
Sono state tante negli ultimi giorni le manifestazioni di sostegno alla battaglia diplomatica per il rilascio del blogger trentaquattrenne, regista di ‘Io sto con la sposa’ presentato a Venezia, e da sabato 22 aprile sulla sede del ‘Tirreno’ a Livorno campeggia una enorme prima pagina che chiede ‘Gabriele libero’. “Con questo gesto – spiega Luigi Vicinanza direttore del quotidiano – il giornale intende sensibilizzare l’opinione pubblica e schierarsi a fianco di Gabriele, raccogliendo il suo appello a non lasciarlo solo”.