Germania. Parla Brunhilde Pomsel, l’ultima segretaria del nazista Goebbels

di Francesca Cavaliere
Pubblicato il 26 Agosto 2011 - 19:45| Aggiornato il 4 Ottobre 2012 OLTRE 6 MESI FA

 

Monaco. Si chiama Brunhilde Pomsel, ha cento anni, la mente lucida ed è stata l’ultima segretaria di Joseph Goebbels, considerato uno dei più grandi criminali di guerra della Germania nazista.

I giornalisti della Bild per intervistarla hanno dovuto aspettare cinque mesi: da anni, infatti, lei non riceveva più nessuno che volesse parlare del suo passato di impiegata accanto al gerarca nazista che dal 1933 al 1945 fu Ministro della Propaganda del Terzo Reich, Ministro plenipotenziario per la mobilizzazione alla guerra totale e anche generale della Wehrmacht con l’incarico della difesa di Berlino dall’aprile 1945  fino alla fine della guerra e che, dopo il suicidio di Hitler,  il 30 aprile del 1945, fu anche Cancelliere del Reich per quasi due giorni.

Brunhilde Pomsel racconta di essere stata praticamente costretta ad essere la segretaria del gerarca: ”Ero una delle più veloci stenodattilografe di Radio Berlino. Non avrei potuto rifiutare, forse solo se avessi avuto una malattia contagiosa.  Era un comando”.

Responsabile della corrispondenza del Ministero, svolse il suo lavoro nell’anticamera del ministro, proprio nel cuore della macchina propagandistica nazista, dal 1942 fino al primo maggio, il giorno del suicidio di Goebbels di cui la informarono i colleghi, per un salario di 500 Marchi al mese.

Gli ultimi dieci giorni di guerra invece, dovette continuare a fare il suo lavoro dalla cantina del Ministero da cui la tirarono poi fuori i russi.

Ora  parla del suo capo di allora e dice: “Era inavvicinabile! Non mi ha mai fatto una domanda personale. Non ha mai saputo quale fosse il mio nome di battesimo, fino alla fine. Ogni giorno però, veniva qualcuno per il manicure”.

Come riporta la Bild, Brunhilde Pomsel aveva avuto modo di parlare con la moglie del gerarca, Magda Goebbels, che nel 1943  le aveva regalato un abito dato che il suo si era bruciato durante un bombardamento. Una volta era anche stata nella villa dei Goebbels a Schwanenwerder dove aveva mangiato oca arrosto ed il ministro stava seduto acanto a lei.

Di quanto stava succedendo agli ebrei l’allora segretaria del famoso nazista afferma di non avere avuto nessun sospetto e di avere appreso per la prima volta del loro sterminio solo dopo la sua prigionia nei campi di concentramento di Buchenwald, Hohenschönhausen e Sachsenhausen dove era rimasta per cinque anni dopo la fine della guerra.

Dopo il suo rilascio, nel 1950, la Pomsel lavorò come segretaria presso le emittenti radio-televisive Suedwestfunk nel Baden-Baden e poi presso l’ARD di Monaco.

La donna, di origini berlinesi, ora vive  a Monaco di Baviera in  un appartamento di due stanze nel quartiere Schwabing.

Riflette sul comportamento di Goebbels e dice: “Si è tirato fuori dai guai troppo facilmente, avrebbe dovuto subire una condanna a morte. Il suo suicidio è stato vile, ma lui era troppo scaltro per non capire cosa gli sarebbe successo”.

E conclude: “Non avrei mai creduto di potere avere ancora una volta una vita felice, ma non potrò mai perdonare Goebbels per quello che ha fatto nel mondo e per i bambini innocenti che ha fatto uccidere”.