Gli stipendi dei camerieri scritti sul menu: la risposta di un ristorante spagnolo alla crisi del personale

Un ristorante di carne a Malaga, in Spagna, ha stampato sul menu gli stipendi dei suoi dipendenti. Un buon esempio di marketing e giustizia sociale al tempo stesso.

di Daniela Lauria
Pubblicato il 8 Giugno 2022 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA
Gli stipendi dei camerieri scritti sul menu: la risposta di un ristorante spagnolo alla crisi del personale

Gli stipendi dei camerieri scritti sul menu: la risposta di un ristorante spagnolo alla crisi del personale

Lo stipendio dei camerieri? Te lo scrivono sul menu. Accade in Spagna, dove il dibattito sulla carenza del personale nelle strutture ricettive e la scarsa remunerazione di questi lavori non è molto dissimile dal nostro.  

Al ristorante Grillaera di Malaga, specialità di carne, ne hanno fatto un marchio di fabbrica. Sul menu dei loro locali, con sedi sia a Malaga che Algeciras, i proprietari hanno riportato gli stipendi corrisposti ai loro dipendenti e il monte ore di lavoro. 

Quanto offrono? 1430 euro netti al mese per 40 ore di lavoro. Più o meno quanto previsto anche nei contratti nazionali italiani, non sempre applicati.

I proprietari, secondo quanto riporta Repubblica, ci tengono a specificare che “lo stipendio dei nostri grillao è previsto dal contratto di ospitalità di Cadice”. C’è scritto anche il numero di persone e in che posizione lavorano, 2 giorni di riposo a settimana per ognuno, la tipologia di contratto (su base oraria) e precisano che l’80% dei dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato.

Stipendi sul menu, marketing o giustizia sociale?

La foto del menu di Malaga è apparsa su Twitter in risposta ad un utente che si lamentava dei colloqui sostenuti dal fratello, ritenuti criminali per la paga bassa e orari di lavoro improponibili.

Va da sé che il ristorante spagnolo abbia saputo cogliere l’occasione per farsi un po’ di sana pubblicità. Anche perché sul menu è scritto espressamente: “Mangiando da Grillaera contribuisci a creare un mestiere più giusto e sradicare una piaga sociale”.

Sicuramente una strategia di marketing virtuosa, se di questo si tratta. E chissà che l’iniziativa non diventi un buon esempio per altri ristoratori, anche italiani.