Gran Bretagna/ Londra, una marcia contro l’usura unisce cattolici, ebrei e musulmani. Ma l’obiettivo sono le banche

Pubblicato il 22 Luglio 2009 - 21:22 OLTRE 6 MESI FA

Cristiani, musulmani ed ebrei. Tre religioni da sempre lontane, che hanno trovato un obiettivo comune: la lotta all’usura. È successo a Londra, dove i leader religiosi dei rispettivi culti hanno dato vita ad una marcia che è terminata presso la sede centrale della Royal Bank of Scotland. I tre imbracciavano armi inusuali per una manifestazioni: non mattoni, ma libri. Per la precisione il Nuovo Testamento, il Corano e la Torah.

La loro richiesta è semplice: vogliono che le banche cambino il proprio modo di fare affari. E lo fanno in concomitanza con l’inizio di una campagna, che si terrà sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti, e punta al recupero della legge che proibisce l’usura. Già questa espressione esprime un concetto allo stesso tempo potente e semplice: quello che ci dovrebbero essere dei limiti nella somma che un usuraio deve far pagare ai suoi debitori, così come è immorale richiedere interessi troppo alti.

Concetti che sono ripresi anche nei libri sacri: nell’Esodo si dice esplicitamente che non bisogna chiedere interessi ad una persona a cui si sono prestati dei soldi, specie se questa persona è più povera del creditore. E anche il Corano invita ad aver paura di Allah se si richiede un interesse dopo un prestito.

Da questo punto di vista, la posizione più sorprendente è sicuramente però quella della comunità ebraica, per secoli accusata di dedicarsi all’usura. Invece il rabbino Natan Asmoucha, leader di Bevis Marks, una delle sinagoghe più antiche d’Europa, è uno dei più accesi sostenitori della causa anti-usura. Non è dunque casuale che la marcia odierna sia partita proprio dalla sua sinagoga.

Ora imam, sacerdoti e rabbini sono tutti uniti contro istituti bancari inglesi, accusati di praticare tassi di interesse che poco hanno da invidiare a quelli applicati dagli strozzini.