Troppi tagli alla Sanità: i greci si curano dalle Ong. E in Italia…

Pubblicato il 10 Ottobre 2011 - 16:38 OLTRE 6 MESI FA
grecia imprenditore si da fuoco davanti banca a salonicco

Il simbolo di una nazione disperata: un imprenditore che si dà fuoco davanti a una banca (Lapresse)

ATENE – Nella Grecia in crisi e con la pistola del debito pubblico puntata alla tempia, i tagli alla Sanità sono stati pesanti (fino al 40% del budget) e lo saranno ancora di più. Allora i Greci vanno a curarsi dalle Organizzazioni non governative, come fossero un popolo in guerra. Come gli afghani affollano gli ospedali di Emergency, i greci fanno la fila davanti alle strutture di Médecins sans Frontieres e Médecins du Monde.

«La situazione nell’ultimo anno è peggiorata: di 30mila pazienti che abbiamo assitito, circa il 35% sono cittadini greci, in aumento del 10% rispetto al 2010». A parlare è Nikitis Kanakis, capo di MdM greca, intervistato dall’euobserver.com.

La loro organizzazione all’inizio si occupava soprattutto di profughi iracheni, afghani, curdi o di immigrati bengalesi. Si è trovata a fare i conti con i greci, in fuga dalle costose cliniche private (-25-30% di ricoveri nel 2010) e all’assalto degli ospedali pubblici (+24% nel 2010).

Un dato preoccupante poi è quello dei suicidi: sono aumentati del 25% nel 2010 rispetto all’anno prima, sono saliti ulteriormente del 40% nel primo semestre 2011. Simbolo di uno stato di depressione e di rabbiosa disperazione insieme è quell’imprenditore di 56 anni che si diede fuoco davanti a una banca di Salonicco, perché impiccato dai debiti. Lui fu salvato, ma le immagini choccanti restano.

Cresce anche l’abuso di droghe, eroina in testa con un +20% nel 2009, e a un parallelo aumento dei casi di Hiv da scambio di siringhe infette di un incredibile 52% rispetto al 2010.

Peggiora in generale lo stato di salute degli ellenici. Uno studio della rivista scientifica Lancet mostra che è cresciuto del 14% dal 2007 al 2009 la quota di cittadini greci che dicono di essere in cattiva o pessima salute.

Una situazione analoga si potrebbe verificare in Italia, spiega in un commento alla notizia Francesco Moscone, docente di economia sanitaria presso la Brunel University, in Gran Bretagna: ”Anche in Italia come in Grecia assisteremo a una riduzione nell’accesso ai servizi sanitari da parte dei cittadini. Il forte indebitamento di molte regioni ha portato a forti tagli nel budget del settore sanitario, provocando allungamento delle liste d’attesa, mancanza di personale e situazioni caotiche in diversi ospedali. In alcune regioni, quali l’Abruzzo, è prevista la chiusura di un gran numero di ospedali, e si sta assistendo al taglio delle risorse per il trasporto dei pazienti. Tutto questo certamente influisce sull’accesso ai servizi sanitari da parte dei cittadini, specialmente coloro che hanno difficoltà a spostarsi”.