Crisi, una patata ti seppellirà. L’economia creativa dei greci

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 19 Marzo 2012 - 21:02| Aggiornato il 3 Marzo 2013 OLTRE 6 MESI FA
La vendita diretta delle patate a Katerini: così sono state acquistate 25 tonnellate (Ap-Lapresse)

ATENE, GRECIA – Che cosa hanno in comune il “movimento della patata”, la “rete Volos” e il Tem? La creatività. Quella di una Grecia che per lottare contro la crisi è stanca di metterci solo la rabbia. Ed è determinata ad “superare la rabbia con la creatività”, come dice Maria Choupis, una delle fondatrici della rete che a Volos, cittadina portuale fra Atene e Thessaloniki (Salonicco), ha sostituito all’euro – prima di ritornare alla dracma – il Tem, una moneta alternativa perno di un sistema che sta a metà fra la “banca del tempo” e il baratto. Se la “banca del tempo” funziona solo con lo scambio di prestazioni e il baratto con lo scambio di cose, il “tem” permette, in un Paese messo in ginocchio dalla crisi economica e finanziaria, di fare l’una e l’altra cosa.

È così che una donna, recatasi al mercato con tre vassoi di dolci fatti in casa – come racconta il Guardian – se n’è tornata con tre diversi tipi di frutta, due bottiglie da un litro di olio d’oliva, saponi, fagioli, una dozzina di uova e un sacco di yogurt. “Se avessi comprato tutto questo al supermercato – ha spiegato la donna all’inviato del Guardian – mi sarebbe costato molto più di quanto costa fare questi dolci”.

È così che l’elettricista Mavris, in cambio di riparazioni di televisori e lavori di manutenzione, ha ottenuto consulenze di un avvocato, l’aiuto di un commercialista per la dichiarazione dei redditi, oltre a uova, frutta, grappa, olio d’oliva, sapone… accreditando e ricevendo Tem sul conto online che possiede ognuno degli 800 membri della rete. Che scambiano moneta virtuale ma si riuniscono in un luogo reale, un edificio abbandonato concesso dall’università di Volos, per portare a casa quello che l’aumento delle tasse e il taglio degli stipendi non consentirebbe loro di acquistare.

La rete, una delle 15 che si stanno diffondendo mano mano in tutta la penisola ellenica, non consente l’accumulo e l’accaparramento: se arrivi a possedere più di 1.200 Tem sul tuo conto, devi rimetterli in circolo, li devi spendere. Un modo per far circolare continuamente i beni evitando gli sprechi. Perché, come spiega Maria Choupis, “non sei povero quando non hai soldi, sei povero quando non hai niente da offrire”.

Dal Tem di Volos al “movimento della patata”, una rete commerciale di vendita diretta dal produttore al consumatore messa su da Christos Kamenides, professore di marketing agricolo all’università di Thessaloniki (Salonicco). Un sistema grazie al quale i consumatori acquistano beni di prima necessità a un terzo del prezzo che avrebbero pagato al supermercato, e i produttori si ritrovano con degli euro in tasca, gli stessi che i grossisti avrebbero negato loro per mesi.

Il sistema ideato da Kamenides taglia fuori tutte le figure intermedie che ci sono fra il contadino e chi va a fare la spesa al supermercato. Figure che (in Italia lo sappiamo bene) fanno decollare il prezzo finale, senza peraltro che i benefici ricadano sui produttori. Anzi, protesta un agricoltore “arrivavo ad aspettare un anno per essere pagato. Nel mio villaggio vantiamo 500.000 euro di credito con i grossisti. Ma ora hanno smesso di spremerci”.

Come funziona? Un Comune annuncia di voler “fare la spesa”, chiede ai suoi cittadini di compilare la “lista” e poi gira la lista a Kamenides e alla sua organizzazione. Il quale contatta gli agricoltori, a seconda dei prodotti richiesti. Tutto avviene grazie a internet, tranne la vendita finale. A Katerini, piccola cittadina vicino Thessaloniki, così sono state vendute 25 tonnellate di patate, prenotate online da 534 famiglie. Il prezzo? 25-30 centesimi al kilo, molto meno dei 70 cent/kg del supermercato, e con più o meno lo stesso ricarico per gli agricoltori, che ci guadagnano 10 cent circa su ogni kg.

Un sistema che promette – grazie all’enorme successo che ha riscontrato – di diventare meno artigianale e locale, ingrandendosi su scala nazionale. Sono risposte “creative” di una Grecia che per il quinto anno consecutivo sarà certificata in recessione, con una disoccupazione che ha superato il 21% e che raggiunge il 50% fra chi ha meno di 30 anni. Non basta la fantasia, ma è comunque sintomo di una voglia di riscatto dei greci. Una patata li resusciterà?