Insegnante di sostegno vittima di catfish: il suo amore su Tinder era in realtà…

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Febbraio 2017 - 06:01 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – L’amore ai tempi di Tinder, nota app di incontri, può riservare delusioni che spezzano il cuore. E’ quanto accaduto ad Anne Rowe, 44 anni: ha intrecciato una relazione con un uomo che diceva di chiamarsi Anthony Ray ma dopo 14 mesi ha scoperto che l’account era falso, lui era un imbroglione matricolato. Era sposato e intratteneva più relazioni contemporaneamente. La Rowe ora chiede un intervento del governo così che questo genere di pratiche diventi illegale e sia punita la creazione di false identità mirate a raggirare le persone. Ha lanciato una petizione “Creare un falso profilo on line con l’intenzione di usare donne/uomini per fare sesso, dovrebbe essere un crimine”, con la speranza di proteggere altre persone nella stessa situazione.

Dopo tre mesi dall’incontro su Tinder, si sono incontrati ed è iniziata la storia d’amore. “Anthony” diceva che stavano realizzando “qualcosa di speciale”, nelle migliaia di messaggi inviati alla Rowe, la definiva “signora Ray” e “futura moglie” e, insieme, spesso si scusava per gli sporadici incontri. Ma dopo un po’, la donna insospettita ha assunto un investigatore privato e scoperto che era un padre di famiglia, con due separati numeri di telefono ed account sui social media, così da poter gestire liberamente la vita parallela. Sul falso profilo aveva messo la foto di una star di Bollywood, cui somigliava in modo sorprendente, e aveva mentito alla donna fin dall’inizio.

La Rowe, insegnante di sostegno di Canterbury, nel Kent, dopo aver scoperto il crudele raggiro, ha avuto bisogno di assistenza psicologica. “Avevo il cuore spezzato ma ero anche spaventata, mi chiedevo quali altre bugie mi avesse raccontato”, spiega l’insegnante il cui incubo è iniziato nel 2015 chattando su Tinder. L’uomo, aveva detto di chiamarsi Antonio Ray, che viveva a Londra, divorziato da 15 mesi, tre figli e genitori che vivevano ad Harrogate, Yorkshire. Per tre mesi si sono scritti, mandati sms su WhatsApp e parlati al telefono, poi l’incontro a Canterbury ha fatto sbocciare l’amore.

Anthony, per giustificare i rari incontri, diceva alla Rowe che trascorreva il fine settimana con i figli e visto che lavorava nell’aviazione, doveva viaggiare all’estero più volte al mese. Ma l’imbroglione la rassicurava parlando di matrimonio, nei romantici messaggi la chiamava “signora Ray”, “mia moglie, il mio amore, la mia anima” e a volte capitava che trascorresse la notte a casa della donna. Dopo sei mesi dall’incontro, l’uomo si allontanò con la scusa che doveva prendersi cura della madre, poi inventò impegni di lavoro, una vacanza, problemi con i figli.

La donna chiedeva se ci fossero problemi ma lui la rassicurava con i soliti messaggi. A quel punto si è insospettita, è andata da un investigatore privato e scoperto la verità, era stata ingannata. Il suo “Anthony” aveva un cellulare per le sue relazioni extra, un profilo falso su Facebook, e-mail e account su Skype fasulli e stava ancora utilizzando Tinder. E’ andata alla polizia e scioccata ha appreso che non esiste una legge che protegga le persone da simili episodi. Il falso account di “Anthony Ray” è stato poi cancellato.