BERLINO – Piomba un camion sulla folla al mercatino di Natale a Berlino. Impossibile non pensare subito all’attentato di Nizza del 14 luglio. Dinamica simile e stesso obiettivo, un camion contro la folla per uccidere il maggior numero possibile di persone. Ma questa volta, al contrario di quanto avvenuto in Francia, non era inaspettato. Ripetute minacce e attacchi sventati avevano già acceso una spia d’allarme sulle feste di Natale e in particolare sui mercatini.
Il 26 novembre e il 5 dicembre a Ludwigshafen, nel sud ovest della Germania, un baby terrorista di 12 anni già radicalizzato e legato all’Isis aveva tentato la strage proprio in un mercatino di Natale. Aveva piazzato per due volte una rudimentale bomba imbottita di chiodi che non era riuscito a far esplodere.
Pochi giorni prima, il 19 novembre, l’arresto di 7 terroristi islamici tra Marsiglia e Strasburgo, quasi tutti di ritorno dalla Siria e con contatti con il commando del Bataclan, aveva sventato attacchi simultanei nella stessa Marsiglia e a Parigi. Nel mirino Disneyland Parigi, i mercatini di Natale sugli Champs-Elysees, bistrot e stazioni metro.
Che le feste di Natale in Europa fossero a rischio attentati insomma lo si sapeva. Il 22 novembre il Dipartimento di Stato Usa aveva diffuso un warning diretto ai cittadini americani in viaggio in Europa: prestare la massima attenzione non solo nei Paesi già colpiti da attentati di Isis e lupi solitari radicalizzati ma in tutto il vecchio continente. Secondo l’Amministrazione americana, le informazioni sulla possibilità di attacchi sul territorio europeo erano fondate e credibili. L’attacco di oggi in Germania, non è che l’amara conferma.