Isis foreign fighters, quanti jihadisti pronti a colpire Ue

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Novembre 2015 - 00:59 OLTRE 6 MESI FA
Isis foreign fighters, quanti jihadisti pronti a colpire Ue

Isis foreign fighters, quanti jihadisti pronti a colpire Ue

BRUXELLES – I foreign fighters sono potenziali bombe ad orologeria. “Dobbiamo prepararci ad affrontare i rientri dalla Siria”. Sono trascorsi due anni da quando il coordinatore Ue antiterrorismo Gilles De Kerchove metteva in guardia sul fenomeno dei giovani partiti dall’Europa per andare a combattere tra le fila dell’Isis, richiamando all’urgenza di una strategia comune per affrontare la potenziale minaccia al loro rientro. Ma se molte delle misure elaborate a Bruxelles stentano ancora a decollare, dopo la nuova mattanza di Parigi, quello dei fighters di ritorno è un fenomeno che fa sempre più paura.

Nel 2012, il numero di combattenti stranieri, arrivati da tutto il mondo in Siria e Iraq, si riteneva fosse intorno ai 3.000. Secondo una ricerca del Soufan Group del giugno 2014, la stima aveva raggiunto quota 12.000, interessando almeno 81 Paesi. Di questi, 2.500 dall’Occidente (Europa, Usa, Canada, Australia, e Nuova Zelanda. Gli ultimi dati del consiglio di sicurezza dell’Onu (maggio 2015) ne contano almeno 25.000, 5000 dall’Europa. Con 6000, la Tunisia è il primo Paese di provenienza in assoluto, dove sono già 300 quelli rientrati e mantenuti sotto stretta sorveglianza.

A tenere la contabilità del terrore il blog di ricerca The count of Emmejihad, che raccoglie cifre distinguendole tra fonti ufficiali e ufficiose. La Francia è il primo Paese in Europa ad essere interessato dal fenomeno. Secondo fonti ufficiali i foreign fighters francesi sono 1.208 (mentre fonti di intelligence di Parigi ne stimano addirittura il doppio); 750 sono tedeschi e di questi una settantina hanno fatto rientro; oltre 700 hanno lasciato il Regno Unito. Il Belgio che si prepara a serrare le maglie dei controlli con un database dinamico, che associ ai nomi la pericolosità delle persone, ne conta ufficialmente 475; la Svezia 300. Per l’Italia sono 81, ma in realtà, secondo le autorità, quelli di cittadinanza italiana sarebbero solo cinque, altri cinque hanno doppia nazionalità, mentre altri hanno avuto in qualche modo a che fare con l’Italia per trascorsi, collegamenti o come luogo di partenza.