L’anello del principe Felipe a Letizia pagato coi soldi del cognato indagato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Gennaio 2014 - 23:22 OLTRE 6 MESI FA

L'anello del principe Felipe a Letizia pagato coi soldi del cognato indagatoMADRID – Decisamente Felipe, principe delle Asturie ed erede al trono di Spagna, non ci fa una figura regale: l’anello di fidanzamento che donò alla promessa sposa, la giornalista ed ora principessa Letizia Ortis, fu comprato con una carta di credito della Fondazione Noos. I 3.000 euro spesi furono prelevati dal conto della Fondazione, presieduta dal cognato del principe, Inaki Urdangarin, al centro di una clamorosa inchiesta per uso illecito e fraudolento di 6 milioni di fondi pubblici.

A portare nuova acqua al mulino di chi storce il muso per i comportamenti non sempre irreprensibili di alcuni componenti della Casa reale, è il libro “Urdangarin. Un ‘approfittatore’ alla corte di re Juan Carlos”, dei giornalisti del Mundo Esteban Urreiztieta e Eduardo Inda. Il genero del re è incriminato con altre cinque persone, nell’inchiesta che sta conducendo da tre anni il giudice di Palma, José Castro.

I due giornalisti riportano una dichiarazione di Diego Torres, socio di Urdangarin nella Noos, nel cui consiglio direttivo sedeva anche la primogenita del re, l’Infanta Cristina. Fu lo stesso principe – si sostiene nel libro, che sta già suscitando interesse in Spagna – a indicare l’anello al cognato e a chiedergli di comprarlo perché intendeva donarlo come promessa di matrimonio a Letizia. Urdangarin si recò in una gioielleria di Barcellona assieme a Torres, suo compagno di sventura anche nell’inchiesta penale. La sorpresa arrivò al momento di pagare: Torres tirò fuori una carta di credito “Visa” della Fondazione e regolò il conto.

Quanto sostenuto dagli autori del libro avvalora la tesi di Castro il quale sostiene che i fondi sia della Noos, sia della società Aizoo (compartecipata al 50% da Urdangarin e dalla moglie, e che lavorava per la Fondazione) fossero utilizzati per scopi personali. Proprio l’altro ieri Castro ha citato per la terza volta Cristina, ritenendola responsabile di falso e riciclaggio per i fondi dell’Aizoon. I primi due tentativi per incriminarla sono andati a vuoto. Stavolta l’ha convocata per l’8 marzo e intende farsi spiegare come mai i fondi societari fossero utilizzati soprattutto per pagare regali, vacanze, feste di compleanno e per ristrutturare il palazzetto che Cristina e Inaki hanno a Barcellona. E chissà se, qualora dovesse riuscire a interrogarla, le chiederà anche dell’anello di fidanzamento di Felipe.