Lesbo: bambini di 10 anni tentano il suicidio nel campo profughi. Msf: “Qui è zona di guerra”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Marzo 2020 - 11:24 OLTRE 6 MESI FA
Lesbo: bambini di 10 anni tentano il suicidio nel campo profughi. Msf: "Qui è zona di guerra"

Lesbo, il campo profughi di Moria (Ansa)

ROMA – Alcuni bambini di 10 anni, figli di profughi siriani ammassati nei campi di raccolta dell’isola greca di Lesbo, hanno tentato di togliersi la vita. Lo denuncia Medici senza frontiere, che denuncia anche la situazione terribile dei campi. Dove i bambini, e le donne e gli uomini scampati alla mattanza siriana, assistono o subiscono “ogni giorno abusi e violenze”.

“Nelle ultime quattro settimane abbiamo registrato un aumento del numero di minori affetti da intensi attacchi di panico, pensieri suicidi e tentativi di togliersi la vita”, dichiara Alessandro Barberio, psichiatra di Medici senza frontiere (Msf) presso la clinica di Mitilene.

Lo psichiatra: “Lesbo un manicomio d’altri tempi”

Barberio è lo stesso medico, psichiatra per 14 anni nel dipartimento di salute mentale di Trieste, che solo un paio di anni fa paragonava il campo di Moria a Lesbo a “un manicomio di altri tempi”. Un inferno a cielo aperto, un universo concentrazionario per rifugiati di guerra esposti a sindromi post traumatiche.

“Tra i richiedenti asilo ci sono persone vittime di forme estreme di violenza e tortura. Subite sia nel loro paese di origine sia durante la fuga. Sono stati gravemente traumatizzati, mentalmente e fisicamente. Nella loro prigionia sull’isola di Lesbo sono costretti a vivere in un contesto che favorisce una violenza costante. Inclusa quella sessuale o di genere, che colpisce bambini e adulti. Questa violenza scatena lo sviluppo di gravi sintomi psichiatrici”.

Ieri, 3 marzo, la clinica pediatrica di Medici Senza Frontiere di fronte al campo di Moria che ogni giorno fa più di cento visite – spiega in una nota – è rimasta chiusa per ragioni di sicurezza.

20mila rifugiati, Moria può ospitarne tremila

Per  Marco Sandrone, capo progetto Msf a Lesbo richiama le cifre del fallimento organizzativo. “In 8 mesi siamo passati da 6.500 alle attuali 20.000 persone nel campo di Moria, attrezzato per ospitarne non più di 3.000”.

E denuncia la deriva etica che paralizza l’Europa. “Gli Stati membri dell’Ue devono affrontare la vera emergenza. Evacuare le persone dalle isole verso quei paesi europei che sono in grado di accoglierli, fornire un sistema di asilo funzionante, smettere di intrappolare le persone in condizioni orribili. Il calcolo politico sulla pelle degli innocenti – conclude – deve essere fermato ora”.